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Alberta Ferretti: la fashion designer sempre al passo con i tempi

Di
Alessandro Scaglione
22 Settembre 2022

Storia di una stilista che dagli anni ’70 ha seguito la sua passione, riuscendo sempre a innovare

 

Predestinata dalla nascita

A 5 anni si addormenta sui tessuti della sartoria di sua madre, che fallirà di lì a poco in quel di Cattolica sulla Riviera adriatica. Alberta non si arrende, si rimbocca le maniche e continua a sognare. A 18 anni apre Jolly Shop, il suo primo negozio dove alle griffe alterna qualche suo abito. Femminilità ed eleganza innate, di stile ne ha da vendere. Si mettono in 4 a cucire abiti in un capannone di 400 mq nella provincia romagnola.

A 24 anni firma la sua prima collezione. Capisce che la creatività non basta. Le serve una figura complementare che si occupi dei conti. Ce l’ha in casa. È suo fratello Massimo.

 

I primi passi nel mondo del fashion e la consacrazione

In 6 anni fondano AEFFE. È il 1980, Alberta ha 30 anni, Massimo 24. Un anno dopo i Ferretti sbarcano a Milano, da dove conquisteranno il mondo senza più fermarsi. Nella loro tela cadranno nomi come Moschino e Pollini e passeranno brand internazionali come Ungaro e Gaultier. Nel 1984 nasce la linea Philosophy, etichetta rivolta ai giovani e oggi guidata da Lorenzo Serafini.

Nel 1996 apre il primo showroom a New York. Alberta Ferretti diventa ambasciatrice del miglior Made in Italy senza confini. Se ne accorge anche il Presidente Scalfaro, che nel 1998 la nomina Cavaliere della Repubblica. Nel 2001 le collezioni si arricchiscono di calzature, borse e accessori, prodotte in casa dopo l’acquisizione di un fornitore.

Nel 2007 arriva la quotazione in Borsa, a dimostrazione che la maison, come direbbe un famoso chef conterraneo dei Ferretti, è “tanta roba”. Nel 2018 è la volta delle divise Alitalia che Alberta disegnerà gratuitamente in cambio della possibilità di utilizzare il logo della compagnia aerea per una capsule dedicata che farà diventare il maglioncino indossato da Chiara Ferragni subito icona.

 

Ferretti

La nuova sfida odierna

Pioniera nella sostenibilità fin dal 2011, anno in cui lancerà una linea in fibra organica in collaborazione con una giovanissima Emma Watson, già star planetaria di Harry Potter, nel 2019 Alberta spinge sull’acceleratore con la collezione “Love me”, in collaborazione con l’azienda di consulenza green Eco-Age fondata da Nicola Giuggioli con la sorella Livia, produttrice cinematografica e meglio nota col cognome dell’ex marito Colin Firth. Ogni capo è certificato per origine riciclata della materia, l’utilizzo di tessuti biologici e la riduzione dell’uso di sostanze chimiche. Su ognuno campeggia un messaggio per far riflettere sull’urgenza del problema ecologico globale.

Nel 2020, pur coi conti piegati dalla pandemia (-24% sull’anno precedente e 16 milioni di euro di perdita), i Ferretti decidono con l’e-partner milanese Triboo Group di donare parte delle vendite online alla lotta contro il Covid sostenendo l’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna e l’Istituto Clinico Humanitas di Milano.

 

E il fatturato sale…

Sarà stato l’utilizzo di sagge riserve straordinarie per coprire le sofferenze pandemiche o la bontà delle linee stilistiche, sarà stato il coraggio unito alla lucidità imprenditoriale così difficile da mantenere in periodi di crisi, sta di fatto che il gruppo Aeffe è tornato più forte di prima, archiviando il 2021 con un fatturato di 325 milioni di euro e tornando all’utile con la ricetta: «Digitali nei processi, artigianali nel dna».

Ricetta vincente più che confermata dall’andamento del primo semestre 2022, che continua anche all’insegna della responsabilità sociale, unendo lo storico marchio automobilistico Lancia, Alberta Ferretti che ha vestito uno dei modelli della Ypsilon e Cristiana Capotondi protagonista dello spot “Punch” (“pugno” in inglese), contro la violenza sulle donne.

Ha detto Tom Hiddleston: “Non sai mai cosa c’è dietro l’angolo. Potrebbe essere tutto. Oppure potrebbe essere nulla. Continua a mettere un piede davanti all’altro, e poi un giorno ti guarderai indietro e scoprirai di aver scalato una montagna”.

 

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