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Alec Ross, ex guru di Obama: «Solo gli ottimisti cambiano il mondo. I prossimi 10 anni saranno migliori degli ultimi 10»

Di
Redazione Millionaire
6 Novembre 2020

Consigliere per l’innovazione dell’ex presidente degli Stati Uniti, venture capitalist e scrittore, Alec Ross oggi vive in Italia. Insegna alla Business School dell’Università di Bologna. Con il suo fondo cerca startup su cui investire. «Perché nel vostro Paese c’è un enorme potenziale».

«Sono un ottimista e un avventuriero. E credo che i prossimi 10 anni saranno migliori degli ultimi 10». Alec Ross, 48 anni, l’ex senior advisor per l’innovazione di Barack Obama, di cui è stato coordinatore per le politiche sulla tecnologia e i media nella campagna presidenziale nel 2008, si è trasferito in Italia. «Amo l’Italia e ho un’anima italiana». È impegnato presso la Business School dell’Università di Bologna, dove è Distinguished Visiting Professor. Insegna temi come “L’intersezione di tecnologia, scienza e potere geopolitico” (così mi spiega), sta finendo di scrivere il suo secondo libro per Feltrinelli (il primo Il nostro futuro è stato un bestseller in 4 continenti, tradotto in 24 lingue) e cerca imprenditori italiani da sostenere con Amplo, il suo fondo di venture capital.

«Il vostro Paese ha un potenziale incredibile e non ancora sfruttato. Cerchiamo startup che rivalutino vecchi settori e li portino nel XXI secolo».

Laureato in Storia («Studiare il passato mi è servito per capire il futuro»), firma del New York Times, Alec Ross ha lavorato per anni sulla frontiera del cambiamento. È un grande esperto e sostenitore dell’innovazione.

«L’innovazione nasce quando l’immaginazione incontra l’azione.

È la mia più grande passione da sempre. Credo nel futuro, anche se stiamo attraversando un momento difficile. Se ti guardi indietro, vedi che le maggiori innovazioni della storia sono venute da momenti di grande difficoltà. Google ha avuto successo dopo la crisi delle dot-com. I migliori anni di industrializzazione per l’Italia sono arrivati proprio dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale» spiega Ross.

Perché?

«Pablo Picasso una volta disse: “Ogni atto di creazione inizia con un atto di distruzione”. Ciò è vero sia negli affari sia nell’arte. Credo che il momento che stiamo vivendo sia perfetto per iniziare qualcosa di interessante in tutti i campi e bisogna farlo con idee capaci di cambiare il mondo».

In una recente intervista lei ha anche dichiarato: “questo è il momento migliore per investire”. Quali sono gli obiettivi di Almo, il fondo di venture capital che ha co-fondato?

«In primo luogo to make the most money possible (fare più soldi possibile). In secondo luogo, costruire prodotti che contano e che rendano il mondo un posto migliore o più interessante. Investiamo in startup che abbiano un product market fit dimostrato (ossia che sono in un buon mercato con un prodotto che può soddisfare quel mercato). E le stiamo cercando anche in Italia. Ci interessano società che hanno già avuto successo, ma che hanno bisogno di più capitali per scalare a livello internazionale».

Come le scoverete?

«Il nostro team è considerato uno dei migliori al mondo, con personaggi straordinari. Ci sono Sheel Tyle, l’ex capo del Seed Fund nel più grande fondo VC del mondo, due ex primi ministri (uno dall’Australia, uno dalla Nuova Zelanda), l’ambasciatrice Susan Rice e due dei giovani imprenditori di maggior successo in America».

Quali sono gli investimenti più importanti che avete effettuato finora?

«Tra i nostri investimenti c’è Robinhood, l’Amazon dei servizi finanziari, che ora vale oltre 8 miliardi di dollari. C’è Andela, startup americana che recluta giovani africani in Nigeria, Ghana e Kenya, per farli diventare sviluppatori di software e farli assumere da Google e Microsoft. Quindi Two Chairs (per dare accesso a tutti alla psicoterapia di alta qualità presso cliniche progettate nella Bay Area). E poi Legalpad, Parsley Health e Mark43».

Come immagina il futuro?

«Meglio del passato».

L’Istat ha annunciato che entro fine 2020 in Italia ci saranno 2 milioni di disoccupati e tra loro 1,1 milione di persone senza lavoro. Cosa deve fare chi si troverà in questa situazione?

«Primo, non perdete la speranza. Fate tutto il possibile per rimanere ottimisti e non cadere nella rabbia e nella recriminazione. In secondo luogo, non aspettare il Governo per una soluzione. Terzo, non abbiate paura di fare qualcosa di nuovo».

Chi può definirsi un innovatore?

«Chi crea prodotti e processi che consentono la realizzazione continua del futuro».

C’è una strada per diventare innovatori?

«Alla base ci deve essere sicuramente il giusto temperamento. Non temete il fallimento e non preoccupatevi di ciò che pensa la gente. Poi siate affamati come lupi in inverno. Infine, circondatevi di ottimisti, non di persone che si lamentano…».

Quali sono i settori emergenti in questo momento?

«Più che un settore, una pratica: l’applicazione dell’analisi dei dati e della digitalizzazione in qualsiasi settore».

«Parafrasando Charles Darwin, non sopravvive il più forte o il più intelligente, ma chi è capace di adattarsi al cambiamento»

Come si diventa imprenditori?

«Un imprenditore è un risolutore di problemi. Chiunque sappia come risolvere un problema e abbia coraggio può essere un buon imprenditore. Non è questione di soldi. Quando ho avviato la mia azienda non avevo un euro. Ma ho visto un problema e ho avuto l’audacia di provare a risolverlo» racconta Ross.

Come possono le imprese italiane intraprendere la strada dell’innovazione?

«Innanzitutto, circondatevi di giovani, gente che ha tra i 20 e i 30 anni. Possono aiutarvi a capire la trasformazione digitale. Vedo ancora troppi “senior” in Italia. In Silicon Valley mi ritrovo spesso a essere la persona più anziana al tavolo. In Italia di solito sono il più giovane. In secondo luogo, bisogna dare più opportunità alle donne. Non stiamo facendo abbastanza per riconoscere i loro talenti. Terzo, non temete il fallimento. È meglio provare e fallire che non aver mai provato. La paura di fallire è un enorme ostacolo all’innovazione in Italia. È difficile, ma bisogna essere ottimisti, perché solo gli ottimisti cambiano il mondo».

Qual è la sua formazione e che studi suggerirebbe oggi ai giovani italiani?

«Mi sono laureato in Storia e non ho mai smesso di studiare. Una grande formazione mi è arrivata dal lavoro. Ho fatto esperienze incredibili: trasportato fusti di birra, creato una startup, lavorato per il presidente Obama (e per Hillary Clinton). Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Quando finisci di formarti, la tua vita è finita. Ai giovani suggerirei studi interdisciplinari: qualcosa di scientifico o tecnico, ma al tempo stesso consiglio di sviluppare abilità che associamo alle discipline umanistiche, come Psicologia comportamentale, Economia, Storia o Scienza della comunicazione».

Curiosità: come ha fatto a lavorare al fianco di Obama?

«Ho fondato una startup nel campo delle telecomunicazioni e dei contenuti educativi online a Chicago, dove Obama era funzionario locale. Ho iniziato a lavorare con lui prima che qualcuno sapesse chi fosse e l’ho aiutato a diventare il Barack Obama che conosciamo e amiamo. Gli ho insegnato il potere di Internet nelle questioni politiche, ma è lui quello che mi ha insegnato di più. Con Obama capisci qual è il temperamento necessario per essere un grande leader. Era sempre cool, anche quando gli eventi del mondo diventavano hot».

Intervista pubblicata su Millionaire di settembre 2020. 

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L’apertura dell’articolo pubblicato su Millionaire di settembre 2020.

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