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Codemotion chiude un round da 6 milioni ai tempi del Coronavirus: «Firma su DocuSign e brindisi su Zoom»

Di
Redazione Millionaire
7 Aprile 2020

«C’è voluta molta resilienza, tenacia, velocità nell’adeguarci alla situazione. Ci sono stati giorni di tensione. Era un round a cui lavoravamo da un anno, ma è arrivato il Coronavirus, tutto sembrava bloccato. Ci siamo ritrovate in quarantena, a casa, con bimbi piccoli.  Eppure siamo riuscite a raccogliere 6 milioni di euro e a chiudere il primo finanziamento in Italia a una startup all’epoca del Covid. Tutto online a distanza. Assemblea in video conferenza con il notaio. Firma su DocuSign e brindisi su Zoom».

Chiara Russo, laurea in Ingegneria Informatica, nel 2013 fonda Codemotion insieme a Mara Marzocchi assumendo il ruolo di Ceo. Qui la loro storia. La più grande conferenza per sviluppatori in Europa, diventata poi una community di oltre 500.000 persone.L’impresa è cresciuta negli anni e ha conquistato gli investitori. Ha appena annunciato un nuovo round. Al finanziamento, condotto da P101, hanno partecipato Primomiglio e CDP Venture Capital SGR (in precedenza Invitalia Ventures).

«Ci sentiamo felici ed emozionate di questo round. Sia perché rappresenta un momento importante nel percorso di crescita di Codemotion – ci permetterà di accelerare lo sviluppo dei servizi online e l’internazionalizzazione – sia perché avviene in un periodo storicamente ed economicamente molto delicato. Gli investitori non hanno avuto dubbi».

Tra tante difficoltà, le due imprenditrici hanno cancellato e rimandato a fine 2020 e inizio 2021 tutti gli eventi, gli hackthon e i meetup che avevano organizzato. «Sappiamo che ci saranno ricadute sul fatturato. Ma in un mese abbiamo messo online tutto quello che era offline». Per rispondere all’emergenza Coronavirus, Codemotion ha attivato un ciclo di conferenze virtuali, delle pillole tech quotidiane, hackathon online, percorsi per i docenti e corsi di coding per bambini e ragazzi. «E abbiamo fatto più di quanto avessimo fatto nell’anno precedente. Il mondo non sarà più lo stesso e tutti dovremo cambiare approccio».

In questi giorni, Chiara e Mara si sono dimezzate lo stipendio. Hanno usato la cassa integrazione per i dipendenti. Stanno lavorando giorno e notte al loro progetto. Usano tutti gli strumenti tecnologici possibili (nella foto la nostra videointervista).

«La nostra storia dimostra che non devi mai mollare e che bisogna adattarsi velocemente a situazioni che non dipendono da noi. E la conquista è ancora più grande perché siamo due imprenditrici donne, in un settore difficile come quello della tecnologia. Abbiamo chiuso un round lavorando da casa come tutti, con bimbi piccoli e facendo i turni con i mariti per seguirli».

Open innovation, digital e tech per le sfide del futuro

«Ora più che mai lavorare in logica di ecosistema fra sviluppatori, aziende, PA, hub di innovazione e tech community è l’unico modo per affrontare le sfide che si presenteranno». Collaborazione e innovazione sono le chiavi per il futuro, secondo Chiara. «La comunità di programmatori, che si è costituita negli anni intorno a Codemotion, è realmente in grado di accelerare l’innovazione in Italia e nel mondo». E le fa eco Mara Marzocchi: «Gli sviluppatori possono creare un futuro migliore. Per questo ci stiamo impegnando nella realizzazione della migliore piattaforma possibile. Vogliamo ispirarli e aiutarli nel loro percorso di crescita. Vogliamo dar vita a una grande tech community, capace di influenzare con progetti di reale impatto la vita di tutti noi».

codemotionLa filosofia di Codemotion è già racchiusa nel nome: codice ed emozione. La scaleup mette in contatto i programmatori con le aziende tech, che possono ingaggiarli per progetti di digital transformation e open innovation. Ha una rete di oltre 500.000 sviluppatori e 300 imprese (da Google a IBM). Conta più di 50 dipendenti e uffici in Italia, Spagna, Olanda e Germania.

«Codice ed emozione. Sento un senso di profonda responsabilità nei confronti di chi ha investito in noi ma che gioia quel brindisi su Zoom» conclude Chiara.

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