Con oltre 32 milioni di subscriber, Federico è lo youtuber italiano più seguito al mondo
Federico Hu - Panda Boi ©Yana Lohokha

Con oltre 32 milioni di subscriber, Federico è lo youtuber italiano più seguito al mondo

Di
Matteo Cerri
9 Ottobre 2023

Panda Boi: Federico Hu in meno di tre anni ha raggiunto uno dei premi più prestigiosi di YouTube, il Diamond Creator Award. Federico è anche molto seguito su TikTok dove ha oltre 11 milioni di follower e 100 milioni di views.

 

Federico Hu è un ragazzo italiano che in tre anni è diventato un fenomeno globale, raggiugendo tra YouTube e social media un totale di oltre 44 milioni di follower con il suo Panda Boi. Il volto di Federico ci dice subito due cose: la giovane età e le origini asiatiche della sua famiglia. Quello che invece non ci si immagina da “un personaggio mediatico” sono la semplicità, lʼumiltà e la timidezza che lo contraddistinguono. Incontro Federico per farmi raccontare la sua storia e non potevo che partire dalla più banale delle domande. 

Chi è Federico?

«Sono un ragazzo normale, italiano di seconda generazione, cresciuto in provincia di Milano. In Italia ho fatto elementari, medie, superiori e sin da piccolissimo ho avuto la passione per i video, prima ancora che “fare i video” fosse considerato un mestiere. Da piccolo, avrò avuto 9 o 10 anni, mio fratello maggiore mi regalò una videocamera. 

Una videocamera molto semplice. Me ne innamorai. Iniziammo subito a fare video su tutto. Vedevamo un film in televisione e noi subito ci mettevamo a ricreare le scene con il nostro stile. Ci siamo sempre divertiti tanto, e questa è una costante che mi ha accompagnato nel mio lavoro: il divertimento e la passione per quello che faccio. E poi lo facevo con mio fratello! Non ci guadagnavamo niente e così è stato per tantissimi anni, ma è sempre stato qualcosa che amavo. Poi con gli anni questa passione si è trasformata in qualcosa di più grande».

 

Con oltre 32 milioni di subscriber, Federico è lo youtuber italiano più seguito al mondo
Foto: ©Yana Lohokha

 

Tutto molto bello, però la realtà a un certo punto sembra remare contro…

«A un certo punto mio fratello dovette fare la scelta di “abbandonarmi” per cercare un lavoro più concreto, più “sicuro”. Fu certamente molto difficile per me, era pur sempre il mio compagno di riprese. Con tanto di tripode, chiuso in camera mia, non nego fosse molto difficile fare video e iniziai a pensare di fermarmi. Mi sono trasferito a Londra e ho fatto tantissimi lavori: ho fatto il lavapiatti in un pub, ho lavorato in un negozio che produceva pasta fresca, vendevo pasticcini, tiramisù e bomboloni. In Inghilterra ho fatto pure la comparsa nei film! Tuttavia, facendo tutti questi lavori, mi sono accorto che non mi piacevano, cioè che li facevo perché dovevo mantenermi, non certo perché volevo. La mattina mi alzavo unicamente perché dovevo farlo. Quando facevo i video non vedevo l’ora di alzarmi e rimanevo sveglio fino a tardi perché non pensavo ad altro».

E di nuovo la realtà sembra avere altri piani…

«E poi è arrivato il Covid, la quarantena e tutti sono stati costretti a rimanere chiusi in casa. Per me è stato il pretesto perfetto per riprendere la passione per i video, e qui c’è stata la svolta. Non so per quale motivo, magari perché la gente era a casa e non aveva niente da fare, ma i miei video hanno iniziato a essere sempre più virali. E finalmente, dopo diversi mesi, ho realizzato che forse era arrivato il momento ideale per prendere sul serio questo mestiere. Poi è successo quello che è successo». I video di Federico, per quanto sembrino semplici e giocosi, sono studiati e costruiti con molta professionalità. Lo capisce anche un profano come il sottoscritto. 

I suoi video richiamano direttamente il mondo del gaming, si intuisce che hanno in mente un target molto preciso e poi, non a caso, sono in inglese, qualcosa che differenzia Federico dai tantissimi altri “creator” italiani

«In realtà, ho ripreso a fare i video in inglese perché ai tempi ero in Inghilterra, quindi possiamo dire che inizialmente quello era il motivo principale. Poi, tornando in Italia, siccome i miei video erano già ben affermati mi sembrò un po’ difficile passare dall’inglese all’italiano. Ci ho anche pensato, ma avrei perso molto del mio pubblico internazionale. E poi, certo, il gaming ha influito. Molti miei video sono appunto ispirati sia dai game, dai videogiochi, sia dai cartoni animati, dagli anime giapponesi. Io sono sempre stato un amante di videogiochi che sicuramente rappresentano molto la Generazione Z: i ragazzi si possono immedesimare nei videogiochi, proprio come nei miei video.

A prima vista questi video possono sembrare banali, ma fare in modo che un video venga compreso da ragazzi in tutto il mondo è la parte più difficile. Viviamo in un mondo in cui ci sono 1.000 lingue, 1.000 culture, 1.000 modi di pensare, 1.000 punti di vista e accontentare tutti è davvero molto difficile. Bisogna trovare un tema che sia “universale” e comunque molto semplice da far capire». 

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