«Così ho inventato la generazione Pro Am»

Di
Redazione Millionaire
22 Agosto 2012

La sigla identifica i professional amateur. Inventori, artigiani, artisti. Campioni del fai da te. Tutti indipendenti. Che grazie a Etsy.com, un sito che sta spopolando negli Usa, trasformano il loro hobby in un lavoro

La sigla magica è D.I.Y, cioè “fallo da solo”, l’equivalente dell’italiano fai da te. Dilettanti addio, è l’era dei Pro Am. La sigla identifica i professional amateur, un fenomeno che negli Stati Uniti sta spopolando ma che comincia a farsi sentire anche da noi. «I Pro Am non sono professionisti, ma nemmeno dilettanti. Il loro è uno “svago serio”, che implica abilità e conoscenze non banali, un impegno serio e costante, il rispetto di un alto standard qualitativo, un continuo investimento in formazione e il rispetto delle scadenze» spiegano Charles Leadbeater e Paul Miller, che sulla rivoluzione dei Pro Am hanno realizzato con la società di ricerche Demos un lungo studio (scaricabile gratis su www.demos.co.uk/publications/proameconomy). Ma i benefici non si fermano qui. Continuano Miller e Leadbeater: «Una carriera alternativa rappresenta una sorta di assicurazione, nel caso in cui il primo lavoro dovesse andar male». Lo studio di Demos elenca molti casi di persone che hanno finito per far diventare il secondo lavoro il principale, perché più gratificante e/o remunerativo. Medici diventati giardinieri, ricercatrici che hanno abbandonato l’università, perché vendendo orecchini on line guadagnano 10 volte tanto. I risultati di questo impegno simil professionale sono sotto gli occhi di tutti. Ma come riuscire davvero a rendere lucrativo il proprio hobby? «A far fare il salto di qualità ai “professionisti dell’hobbistica” è stata la Rete. Internet è un mercato enorme in cui, con semplicità, si può raggiungere un numero notevole di acquirenti» spiega Barbara Bonaventura, vicepresidente di Aicel. Padroni delle tecniche e molto motivati. Fanno parte di comunità e questo rende senza confini loro stessi e il lavoro che svolgono. Anche grazie ai social network, per i Pro Am si prevede una crescita continua.

 

Etsy, la piattaforma del momento

Le piattaforme sono numerose, ma quella del momento è Etsy, che conta oltre cinque milioni di venditori e un fatturato in crescita verticale (vedi box sopra). «Etsy è da preferire perché ha delle tariffe convenienti, a differenza di altre piattaforme molto costose. Poi è specializzata nell’artigianato. Inoltre, non è solo uno spazio per vendere, ma anche una comunità. Se sei nuovo, puoi trovare consigli utili nel forum, nel blog e anche nei team creati per sostenersi e pubblicizzarsi a vicenda. Si può sempre interagire con gli altri seller: ogni giorno c’è da imparare qualcosa» spiega Evelyn Palazzin, coordinatrice del team di venditori italiani (INFO: http://etsyitaliateam.blogspot.com, www.etsy.com/shop/Sumikoshop).

Etsy crea un senso di appartenenza di identità in venditori e acquirenti, che porta a preferire questo sito ad altri più massificanti, spersonalizzati e legati ai prodotti delle grandi multinazionali (Amazon, eBay…). Silvia Bernasconi, 29 anni, ha scritto una guida Etsy Adventure (scaribile gratis da www.atelierdelriuso.it). «Personalmente vendo su Etsy con successo. Per fare il salto di qualità? Un uso intelligente del web marketing e un buon utilizzo della mailing list con invio regolare d’informazioni su nuove creazioni, eventi».

Sul fenomeno Etsy, negli Usa, c’è un film-documentario. Si intitola Handmade nation (www.handmadenationmovie.com), cioè “nazione fatta a mano”, ed è stato realizzato da Faythe Levine, 33 anni, fotografa, regista e artista. «Negli anni Settanta, per protesta contro la produzione massificata nacque un artigianato hippy, ma di qualità scadente. Negli anni Ottanta i creativi di avanguardia entrarono nel circuito dei mercanti d’arte. Ora le nuove tecnologie consentono di “bypassare” gli intermediari» commenta Faythe. Il dvd è in vendita a 19,95 dollari (16 euro), ma è nel formato americano.

 

Una rivoluzione che parte dal basso

Quella dei Pro Am è una rivoluzione che parte dal basso, dai gusti dei consumatori. «I clienti danno sempre più importanza alla qualità. I venditori di Etsy sono ben attrezzati per venire incontro a queste esigenze» assicura Adam Brown, portavoce di Etsy. Ma, per sfidare i professionisti e ribellarsi alle gerarchie delle grandi imprese, servono “hobbisti” speciali. Spiegano Miller e Leadbeater: «I migliori hanno un forte senso della vocazione. Adottano standard trasparenti per verificare la qualità. Producono beni e servizi che hanno un mercato. Posseggono abilità e conoscenze che danno vita a un’identità». Vi riconoscete in questa descrizione? E allora avete tutte le possibilità di trasformare il vostro hobby in lavoro. «Internet è ricco di spunti per chi vuole avvicinarsi alla vendita on line. La fonte più completa per avere informazioni su cosa fare nelle prime fasi  è www.aicel.it, il forum dell’Associazione italiana commercio elettronico. Anche www.webmarketingforum.it è un punto di riferimento per chi vuole capire come acquisire la giusta visibilità su Internet» conclude Bonaventura.

Etsy.com: laboratorio di soldi (andrà in Borsa?)

Come è nato Etsy?

«Etsy è stato concepito all’inizio del 2005. Rob Kalin – all’epoca, pittore, falegname e fotografo – si rese conto che non c’era uno spazio on line in cui esporre e vendere le sue creazioni. Così, insieme a Chris Maguire e Haim Schoppik, si occupò di tutti gli aspetti tecnici e di design e lanciò Etsy il 18 giugno, dopo appena tre mesi di lavoro, notte e giorno. Il suo obiettivo? Mettere on line tutti gli artigiani» racconta a Millionaire Adam Brown, il pr di Etsy.

È stato difficile passare dalla teoria alla pratica?

«Etsy è sempre stato un “laboratorio d’amore”. Man mano che cresceva, abbiamo fronteggiato sempre nuove sfide e lavorando duramente. D’altro canto, ne è sempre valsa la pena, specie considerando che abbiamo aiutato moltissime persone a realizzare il sogno di possedere il proprio business, creare e vendere gli oggetti di cui erano appassionate».

Visti i brillanti risultati economici, si dice che Etsy sia in procinto di quotarsi in Borsa, ma Brown non conferma questa voce, almeno nel breve termine.

Come si fa a vendere su Etsy?

«Bisogna mettere in commercio gli oggetti fatti da sé (e non da altri) o articoli vintage (con almeno 20 anni). Requisiti: la maggiore età, una carta di credito e un indirizzo e-mail valido. L’85% dei nostri membri sono americani; gli italiani sono circa 3.000 (meno dell’1%). Ci stiamo dando da fare per rendere Etsy più visibile in Europa».

INFO: www.etsy.com

 

 

10 step per vendere su Etsy

Entra nello spirito

Etsy, più che un sito di e-commerce, è una community. Prima di muovervi, date un’occhiata a quello che propongono gli altri. E al modo in cui lo fanno.

Conosci la lingua

Gli utenti di Etsy sono per l’85% americani. La conoscenza dell’inglese, almeno a un livello base, è quindi fondamentale.

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Blog, forum, incontri di persona. Il confronto continuo fra i suoi membri è la forza di Etsy. Entrare nei gruppi e fare domande è essenziale.

Presentati bene

Ogni prodotto può essere presentato con un massimo di cinque foto. Metterle tutte e che siano professionali. A corredo, servono descrizioni dettagliate.

Sii unico

C’è un gran numero di prodotti per categoria in vendita su Etsy. Per farsi notare, occorre che il prodotto sia di alta qualità e, soprattutto, diverso dal solito.

Aggiorna sempre

Le pagine si caricano a partire dalle inserzioni più recenti, quindi avere pezzi freschi tutti i giorni permette di restare in cima alle ricerche.

Promuoviti

Etsy mette a disposizione spazi pubblicitari, acquistabili dal sito. Al di fuori di Etsy, ci si può pubblicizzare su blog dedicati a handmade e design e sui social network.

Fai due conti

Ogni volta che si mette in vendita un oggetto si pagano 20 centesimi di dollaro a Etsy, più una commissione del 3,5% su ogni oggetto venduto. Si deve poi aggiungere la commissione di PayPal. I costi di spedizione sono a carico dell’acquirente.

Affidati al passaparola

Chi offre un ottimo servizio al cliente alla fine ottiene i risultati migliori.

Lavora duro

Anche se i risultati non sono sempre proporzionali agli sforzi profusi e al tempo dedicato, in genere l’impegno paga. E chi lavora duro riesce a guadagnare.

 

Tre storie esemplari

Vincenzo Rizzo, 35 anni, di Crotone

«Dipingo, elaboro e vendo»

«Da poco mi sono dedicato alla creazione di opere da vendere on line. Si tratta perlopiù di acquerelli originali creati grazie all’unione con foto elaborate digitalmente. Pur continuando a esporre in varie gallerie italiane, ho scelto di vendere questa parte del mio lavoro su Etsy, è semplice. Io ho ottenuto buoni riscontri senza particolari sforzi». INFO: www.etsy.com/shop/vincenzorizzo

Alice Vago, 28 anni, di Venezia

 

«Si può vendere anche solo un pezzo»

«Sono una specializzanda in Storia moderna a Venezia di giorno, Etsy seller di notte. Realizzo e vendo orecchini e collanine in argento e pietre dure. Etsy è un ottimo canale: semplice da utilizzare, utile per vendere anche pochi pezzi». INFO: www.etsy.com/shop/alibli

Maria Lucia Squillari, 23 anni, di Alba (Cn)

 

«Grazie a Etsy ho trovato lavoro e guadagni»

«Abito in Piemonte, vicino ad Alba. Vendo su Etsy abiti da donna creati da me. In origine, facevo sciarpe a telaio, che poi cercavo di rivendere in negozietti locali, senza successo. Poi sono capitata su Etsy e ho provato… Un po’ di costanza e un briciolo di fissazione mi hanno portata a cercare nuove idee e affinare la tecnica. Belle foto e un buon inglese sono preziosi per vendere le proprie creazioni. Ora lo faccio come lavoro a tempo pieno. Il guadagno varia di mese in mese. Sono arrivata a incassare 8.000 dollari (6.200 euro circa) lordi; in genere mi aggiro tra 4.000 e 6.000 (3.100-4.700 euro), sempre lordi. Ho aperto la Partita Iva come artigiana e quindi pago Iva, Inps, Irpef… Compilo una ricevuta per ogni oggetto e mi faccio seguire da un commercialista». INFO: www.etsy.com/shop/larimeloom

 

Ilaria Fantini, Millionaire 10/2010

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