«Quando si fa startup, a volte si punta solo a raccogliere soldi round dopo round, dimenticando che prima o poi i numeri devono tornare. La nostra idea è stata fin da subito quella di creare un business sostenibile, senza fare affidamento solo sugli investimenti». Così nel 2017 Giovanni Menozzi e Mario Villani hanno avviato NutriBees, un servizio di food delivery che consegna piatti pronti, sani e personalizzati secondo le esigenze nutrizionali dei clienti. L’utente compila un test online, si abbona e riceve un nuovo menu a casa (o in ufficio) ogni settimana. La startup è stata appena acquisita dalla società di investimenti Mega Holding e dall’imprenditore Federico Isenburg, founder di Easy Welfare.
«Non possiamo rivelare la cifra, ma siamo molto soddisfatti» dicono i due co-founder annunciando l’exit. «Fino a metà 2022 resteremo in NutriBees, poi saremo pronti a lanciarci in una nuova avventura».
Com’è nata l’idea? «Volevamo portare in Italia un modello scalabile di food delivery che permettesse a chiunque (anche nelle piccole città) di mangiare più facilmente in maniera sana. Ci siamo ispirati a Freshly, startup statunitense acquisita di recente da Nestlé» racconta Giovanni, 32 anni, laurea in Bocconi ed esperienze in Boston Consulting e Rocket Internet.
«Siamo partiti da zero, con capitali nostri. Anno dopo anno siamo riusciti a duplicare o triplicare il fatturato. Un investimento corporate ci ha permesso di accelerare la crescita». Oggi NutriBees consegna 10mila piatti a settimana, in tutta Italia, a clienti privati e aziende che usano il servizio per la pausa pranzo dei dipendenti. Punta a chiudere il 2021 con un fatturato di 3 milioni di euro.
Già a fine luglio Isenburg e Mega Holding hanno guidato un aumento di capitale di oltre 1 milione, a cui hanno partecipato anche altri investitori, come Matteo De Brabant di Jakala Group, Carlo Gualandri di Soldo e Davide Accini, oggi Coo di NutriBees. «Il modello è piaciuto perché è al passo con i tempi sui temi dell’alimentazione sana e dello smart working e per le metriche sostenibili».
Fare startup in Italia? «Si può, anche se non è facile. Bisogna essere davvero motivati e appassionati e, prima di lanciarsi in questo mondo, è meglio fare un po’ di esperienza in azienda».
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