Gli agricoltori italiani sempre più hitech: tre storie di successo

Di
Redazione Millionaire
11 Dicembre 2015

Agricoltori sempre più hi-tech. Sono giovani, usano la tecnologia per migliorare i processi di produzione e la qualità. È quello che emerge da un’indagine (di Wired e IBM Italia, con la collaborazione di Coldiretti). “Agrinnova: come la leva digitale sta cambiando l’agribusiness”, questo il nome della ricerca, ha coinvolto nel suo studio 429 imprese agricole. Quello che emerge è che la tecnologia riduce i costi, rende efficienti produzione e distribuzione, aiuta a tutelare l’ambiente. Droni, sensori, genomica sono le tecnologie più usate (il 75% degli intervistati ne fa uso).

Di alcuni giovani agricoltori hi-tech e le loro storie ne ha scritto recentemente Giampaolo Colletti sulla sua rubrica mensile su Millionaire. Ecco tre storie di successo.

C’è una truffa nell’olio? Te lo dice un’App

In Toscana Pietro Barachini ha ideato l’App salva-truffe nell’olio: la storia delle piante si traduce in un certificato disponibile agli appartenenti del circuito dell’extravergine toscano e diventa disponibile sulle etichette dei clienti attraverso il QR Code: «Così monitoriamo tutto: dal ramoscello staccato dall’olivo madre fino all’ultimo olio» precisa Pietro.

pietro barachini 1

Io, vignaiolo biodinamico

In Sicilia il 29enne Nicolò Grippaldi fa il vignaiolo biodinamico. Nella sua Gagliano Castelferrato, 4mila anime in provincia di Enna, si occupa della vigna con preparati biodinamici a base di letame dinamizzato ed erbe officinali.«Tutti i lavori vengono effettuati in giorni specifici, perché mi rapporto al calendario lunare» racconta Nicolò. Vignaiolo armato di smartphone: fotografa la sua terra e la condivide su Instagram e Facebook. «Cerco di trasmettere a chi mi segue cosa faccio».

Foto Nicolo Grippaldi

3. Tablet e zucche

A Serminide, nel Mantovano, Francesca Nadalini, 35 anni, monitora angurie e zucche con tablet e lettore Nir, che serve per comprendere il grado zuccherino dei meloni. La sua impresa esporta per il 30% in Inghilterra, Francia, Svizzera, Austria e Germania. «Chi lavora la terra deve sapere anche di agronomia, economia, logistica» dice Francesca. Tracciabilità e sicurezza alimentare sono alla base. «Perseguiamo la qualità selezionando il prodotto migliore per il mercato». Per Francesca oggi il dialogo con il consumatore è molto più diretto. Così con i clienti comunica su Meloninadalini.com o sulla sua fanpage Facebook. «I social network sono una risorsa: è lì che suggerisco, per esempio, le nostre ricette».

francesca nadalini

Redazione

(Fonte foto immagine in evidenza, WWOOF, https://www.facebook.com/WWOOF/timeline)

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