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“La mia invenzione per trasmettere dati e suoni con la luce”

Di
Silvia Messa
20 Maggio 2022

La luce può diventare un mezzo per trasmettere suoni. Questa la grande intuizione, che sta generando invenzioni. L’ha avuta Alessandro Pasquali, 31 anni, laurea in Chimica e passione per la fotonica. A 25 anni ha fondato la sua startup Slux, una Srl in Svizzera, per sviluppare tecnologie e prodotti.

La tua storia?

«La curiosità per la tecnologia si accesa quand’ero bambino, davanti ai meccanismi degli orologi di mio nonno. Mio papà era radioamatore. Facevo già esperimenti, con radio e materiali che avevo sottomano. Mi appassionavano le storie di Marconi e dei pionieri della comunicazione, approfondivo i fenomeni della chimica e della fisica. Sono diventato radioamatore a 16 anni. E ho avuto l’intuizione: perché non comunicare con la luce led, invece che con onde radio? Il mio primo laboratorio è stato un tavolo nel sottotetto della nostra casa sullo Stelvio. Non avevo basi di elettronica, seguivo l’istinto. Ho costruito un trasmettitore con luce Led e un ricevitore. All’inizio erano solo suoni gracchianti. Poi ho sentito un ritmo, sono riuscito a migliorare il segnale. Avevo sempre la testa sulla mia idea. A volte, l’intuizione arriva inaspettata. Una cosa bella e un dono. Qualcosa di non razionale, che forse avviene anche in altri settori creativi».

Gli esperimenti a cosa hanno portato?

«Sono riuscito ad ampliare la capacità di trasmissione: da pochi cm a 1 metro, poi 100, poi 1 km. La voce della sindaca di Lugano ha viaggiato da una sponda all’altra del lago di Lugano. E una trasmissione ha attraversato i 33 km del canale della Manica».

Chi ha sostenuto le tue ricerche?

«Se non sei un ricercatore puro, la grossa barriera è trasformare un’idea in qualcosa di realizzabile a livello industriale e commerciale. All’inizio non sai come funziona il mondo dell’impresa. Devi metterti in gioco e trovare qualcuno che ti aiuti. Il primo sostegno me l’ha dato un finanziatore di Lugano, poi un ente bancario italiano, per la fondazione della startup. Per anni, mi sono scontrato con il mondo di investitori e industriali. Cercavo di farmi conoscere, avevo feedback positivi sulle ricerche, ma non scorgevano l’aspetto pratico. Un prototipo non basta, far capire il vantaggio di ciò che hai realizzato, è più facile se si realizza un prodotto. Bisogna cercare un partner industriale. Ho convinto alcuni industriali svizzeri. Sono riuscito a far intravedere le possibilità future della trasmissione dei dati con la luce e di nuove applicazioni per servizi e informazioni. Appoggiarsi a un’industria significa usufruire di sedi, ingegneri e tecnici, e di produzione».

Qual è il tuo primo prodotto?

«Fotonica Explorer, una specie di radio sintonizzata sui canali della luce. Permette di sentire cosa si sente nella luce. Costo al pubblico: 350 euro. Il prezzo potrà essere rimodulato, nelle prossime serie. Stiamo studiando una chiavetta Usb che rende compatibile la tecnologia con il computer. Pensiamo a un chip da integrare nei cellulari, per utilizzare un Wi-Fi luminoso».

Che vantaggi ha tale trasmissione?

«Trasferire dati, creare canali di collettività. I canali wireless, anche allargati con il 5G, non sono infiniti. La luce è un canale migliaia di volte migliore e può contenere un numero di dati molto maggiore. E permette sicurezza industriale (in luoghi dove le onde radio creerebbero pericoli di esplosioni) e tutela dati e informazioni (si può controllare dove passa la luce). Poi è green, non incide su biologia e salute umana. Il corpo è abituato alla luce».

Quanto è stato investito finora per sviluppare tecnologia e prodotto?

«Circa 1 milione di euro. Sono entrati soci».

Perché in Svizzera?

«Ci sono arrivato da studente. Mi sono trovato bene, dal punto di vista imprenditoriale, ma anche in Italia c’è un ambiente favorevole».

Consigli?

«Seguite le vostre intuizioni Non sentitevi isolati. Ognuno è unico, non perdetevi d’animo. Realizzate prodotti veri, dimostrate che valgono, per trovare accordi industriali. Cercate aiuti pubblici, sviluppate progetti con università. Con attenzione al mercato. Proteggete la vostra idea Comunicate i passaggi importanti del vostro progetto, ma omettendo aspetti strategici. Io li ho protetti con 10 brevetti. Meglio farsi assistere da bravi professionisti, a livello brevettuale».

Tratto dall’articolo “Professione inventore” pubblicato su Millionaire di febbraio 2022.

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