Lavoravano insieme in un’azienda, ma volevano creare una loro attività. Sono partiti dall’agricoltura, hanno studiato il settore olivicolo, hanno individuato un problema da risolvere: ogni anno il 50% della produzione si perde a causa di malattie. Così Damiano Angelici e Giovanni Di Mambro, entrambi 26enni, nel 2016 hanno creato Elaisian, startup agritech che realizza soluzioni di agricoltura 4.0 per la coltivazione di ulivi e viti. Oggi Elaisian impiega 18 persone, ha sedi in Italia e Spagna e ha appena annunciato un aumento di capitale da un milione di euro.
Al round hanno partecipato Fortitude Group Holding investment e Innova Venture, investendo 625mila euro, e diversi business angel (con 280mila euro). Dalla Regione Puglia arriva un ulteriore contributo di 160mila euro. I nuovi fondi serviranno a consolidare la presenza in Italia e Spagna e scalare in altri Paesi dove l’azienda è già attiva, come Grecia, Portogallo e Nord Africa.
«È una grande opportunità di crescita che ci consentirà di giocare un’importante partita fuori dai confini italiani» commentano i due fondatori.
Grazie a un team di agronomi e ingegneri, Elaisian sviluppa servizi per la digitalizzazione delle aziende agricole. Offre un sistema di supporto alle decisioni (DSS) che previene le malattie dell’olivo e della vite, in grado di ottimizzare i processi di coltivazione.
Come funziona? Ogni utente ha un’app dove può monitorare i propri campi h24. Una stazione agrometeo monitora il microclima di uliveti e vigneti. Gli algoritmi generano alert e report che vengono inviati alle aziende agricole e permettono di prevenire la presenza di patogeni con una settimana di anticipo. Ad oggi la tecnologia made in Italy è utilizzata da oltre 1.000 aziende in 10 paesi, dall’Italia al Cile.
«Avere un impatto sull’ambiente e sulle piante ma anche sulla vita lavorativa di ogni azienda agricola è per noi un vanto» dicono Angelici e Di Mambro. «Il connubio tra tecnologia e innovazione genera veramente un grande risultato che giornalmente fornisce un supporto utile al lavoro degli agricoltori».