Marco Lavazza
(© foodaffairs.it)

Marco Lavazza e la sua influenza sul business di famiglia

Di
Gioia Brogioni
30 Agosto 2022

Lavazza, un cognome importante da portare, legato al noto colosso del caffè

Marco Lavazza però non sembra esserne spaventato, salendo ben oltre le aspettative legate alla sua famiglia e mantenendone ugualmente l’amore e i principi.

Nato a Torino nel 1977, Marco Lavazza è entrato nell’azienda nel 2002 come membro del Consiglio di Amministrazione. Un solo anno dopo la laurea alla Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, a seguito di esperienze anche nel Dipartimento di International Business alla University of Nevada di Reno e nella Divisione Marketing della Ferrero S.p.A.

In tale posizione, il giovane Lavazza ha iniziato a conoscere gli aspetti dell’azienda, andando dall’ambito gestionale, a quello produttivo, per infine interessarsi all’ambito commerciale sia che in Italia che all’estero.

Nel 2006 nel ruolo di Development & Acquisitions Manager ha iniziato ad occuparsi dello sviluppo internazionale dell’azienda, portando a conclusione, insieme al Board dell’azienda, diverse acquisizioni in Brasile, India e USA. Solo cinque anni dopo ha raggiunto la sua attuale posizione di Vicepresidente di Luigi Lavazza S.p.A.

I valori e l’eredità famigliare

Eppure, nonostante la centennale azienda sia sempre stata di proprietà familiare, Marco Lavazza non si è mai sentito obbligato a farne parte. Più volte ha raccontato come suo padre, Alberto Lavazza l’attuale Presidente, gli abbia lanciato la proposta a soli 12 anni, ma solo come suggerimento. Un qualcosa da provare, a cui però Marco, come anche le sorelle e i cugini eredi di Emilio Lavazza, si sono appassionati.

Lavorare in famiglia certo non è mai semplice, soprattutto considerando i gap generazionali, ma i Lavazza lo hanno fatto funzionare tenendo presente i principi fondanti di sostenibilità, rispetto del lavoratore e della famiglia, nonché l’amore per lo stile di vita italiano. Fondamenti che hanno guidato Marco anche durante la sua corsa a cariche al di fuori dell’azienda familiare, intraprendendo una carriera nelle unioni industriali non da poco.

Gli incarichi di rappresentanza nelle associazioni di categoria

Nel 2011 è nominato Presidente dell’Associazione Industrie Alimentari all’Unione Industriale di Torino, della quale è anche divenuto un membro del Consiglio Generale. Nel 2015 l’imprenditore è anche eletto Presidente dell’AIIPA (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari) ruolo che Emilio Lavazza aveva ricoperto dal ’91 al ’99.

Un’ascesa al successo che negli anni successivi attrae non pochi occhi scrupolosi. Soprattutto nel 2019 quando la “Repubblica” ha suggerito che Lavazza avrebbe potuto togliere la poltrona di Presidente dell’Unioni Industriali di Torino a Dario Gallina. Speculazioni a vuoto, visto che Marco è invece diventato il Presidente all’Unione Italiana Food, la più grande associazione nel settore a livello Europeo.

Le critiche e la rinuncia alla quotazione in Borsa

Non troppo concentrato su pettegolezzi, la pressione più grande per lui è sempre stata la responsabilità dei lavoratori dipendenti sotto Luigi Lavazza S.p.A., dove le persone e la sostenibilità vengono prima di tutto. Per questo, gli ultimi rimproveri che sembrano essere arrivati dalle banche italiane riguardo la «troppa liquidità», di 280 milioni, non hanno smosso i Lavazza che rimangono fermi sul non entrare in Borsa, come ha ribadito Marco al Sole 24 Ore.

Padre di famiglia con due figli ed imprenditore dalla carriera stellata, Marco Lavazza guarda al futuro con fiducia, soprattutto verso il mercato estero con la futura sponsorizzazione dell’Arsenal.

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