L’Italia sale di due posizioni rispetto al 2019, e raggiunge il 36° posto (su 132), nella classifica dei Paesi in grado di attrarre, valorizzare e trattenere i talenti. Secondo il Global Talent Competitiveness Index (GTCI), presentato il 22 gennaio durante il World Economic Forum di Davos, la Svizzera è la meta preferita dai “cervelli”. Seguono sul podio Stati Uniti e Singapore. Nel ranking delle città, Milano è l’unica italiana nella top 50, al 41° posto. Ha guadagnato 32 posizioni rispetto al 2019.
Alla sua settima edizione, lo studio, realizzato da INSEAD, Google e The Adecco Group, quest’anno si è concentrato sul tema dell’intelligenza artificiale, come fattore che può aumentare la competitività dei mercati emergenti. L’Italia, salita di cinque posizioni dal 2015 ad oggi, appare in ritardo rispetto all’uso dell’AI e agli investimenti nelle nuove tecnologie. È penalizzata anche da basso livello di mobilità sociale e minori opportunità per le donne, rispetto ad altri Paesi. Ma giocano a suo favore l’uso dei robot nell’industria e soprattutto la qualità della vita, che incide sulla capacità di fidelizzare i talenti.
Nella classifica per Paesi, la top 10 è dominata dalle nazioni scandinave con Svezia (4°), Danimarca (5°), Finlandia (7°) e Norvegia (9°). Tra i primi, si trovano anche Paesi Bassi (6°), Lussemburgo (8°) e Australia (10°).
Milano è l’unica città italiana nella top 50
Se il Belpaese, nel complesso, non riesce a compiere un grande salto in avanti, Milano invece ha scalato in un anno ben 32 posizioni. È la città italiana che attira di più i talenti. Distante dalle metropoli sul podio, New York, Londra e Singapore, ma altrettanto lontana dalle altre italiane in classifica, tutte in calo rispetto al 2019: Roma è al 70° posto, seguita da Bologna (74°) e Torino (99°). Il capoluogo piemontese ha perso 20 posizioni in un anno. In totale sono 155 i centri urbani presi in esame.