“Vivere senza mangiare carne o pesce, ma come fai?”
Alzi la mano chi tra noi onnivori non ha rivolto questa domanda ad un amico vegetariano. E alzi la mano chi alla risposta di quest’ultimo, piena di principi e di ottime motivazioni, non ha replicato, in tono sarcastico: “Ma non sai cosa ti perdi”?
Spesso tra onnivori e vegetariani c’è la stessa incomunicabilità che si ritrova tra il fumatore e il non fumatore. Il popolo dei mangiatori di carne non capisce il perché di scelte alimentari così drastiche. E, soprattutto, non sembra intenzionato a seguirle, per nessun motivo che sia uno.
Tuttavia, dove non hanno potuto gli ideali a far cambiare idea agli onnivori, potrebbero riuscirci le necessità.
“Tutti vegetariani tra quarant’anni” non è solo una provocazione.
Infatti, secondo uno studio del professor Malik Falkenmark e dei suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute, la scelta vegetariana sarà l’unica possibile per tutti in un contesto in cui le riserve globali di cibo continueranno a scarseggiare, mentre la popolazione mondiale non fa che aumentare.
E allora che fare?
La risposta degli studiosi di Stoccolma non dà spazio a interpretazioni: il mondo ha bisogno di cambiare dieta. “Dobbiamo diventare tutti vegetariani!”
Nel nostro paese sono 7 milioni le persone che hanno deciso di rimuovere la carne dalla loro alimentazione. Un dato che emerge dal rapporto Italia Eurispes.
Stando poi alle previsioni dell’Istituto di ricerca, i vegetariani nel nostro paese toccheranno la cifra monstre di 30 milioni entro il 2050.
Anche senza tener conto di quest’ultimo dato previsionale, è una realtà che la domanda di cibo vegetariano nel nostro paese aumenta di anno in anno.
Aprendo infinite opportunità di business.
Ad oggi i ristoranti interamente dedicati alla cucina vegetariana nel nostro paese non superano i 400, con una maggiore concentrazione nel Centro Nord e nelle grandi città.
Ma il trend conosce un incremento giorno dopo giorno. In Italia come nel mondo.
È notizia di stamattina, ad esempio, della scelta di McDonald’s di aprire i primi fast food vegetariani in India.
Via dunque i simboli storici della catena, hamburger e patatine, e spazio a frutta e verdura.
Certo è che la decisione nel subcontinente indiano è stata dettata soprattutto da motivi religiosi: la carne di maiale è tabù per i musulmani, mentre gli induisti non mangiano carne di manzo.
Chissà se i grandi manager della casa americana non abbiano capito prima di altri grandi catene di ristorazione in che direzione va il futuro. Con i vegetariani che conquisteranno lo scettro del mondo. E gli onnivori rassegnati. Obbligati a convertirsi alla nuova verdeggiante realtà alimentare.
Giancarlo Donadio