Cybersecurity: da rischi a opportunità di lavoro

Da esigenza a opportunità

Un’opportunità che nasce da un’esigenza. Quale? Quella di proteggersi dai malware, dai virus, da tutto ciò che di male c’è nel Web e che in qualche modo può danneggiare le aziende. Partiamo da un dato: l’80% delle imprese ha subito una o più violazioni e se è vero che la responsabilità non può essere di chi ha subito il danno, è altresì vero che parte di questi disagi dipendono dalla mancata preparazione delle aziende nel proteggersi.

Una situazione dovuta anche all’assenza di figure professionali adeguate: si stima infatti che ci sia una carenza di almeno 100mila esperti nel campo: il 60% si ha difficoltà a reclutarlo, mentre più del 91% delle aziende non è disposto ad avviare dei processi di formazione, mentre secondo un report del Politecnico di Milano gli attacchi hacker sarebbero aumentati di circa il 40% nel 2020.

 

Dimensioni e cause del fenomeno

Per dare un quadro della dimensione della minaccia informatica ecco qualche dato: il nuovo report dell’Osservatorio Cybersecurity di Exprivia, parla di 1.572 episodi tra attacchi, incidenti e violazioni della privacy, solo nel semestre che va da gennaio a giugno 2022, statistica che si fa ancor più corposa se rapportata ai 1.356 casi complessivi dello scorso anno. Sebbene la curva sia in crescita tra aprile e giugno si è assistito a un calo del 5% dei casi.

In particolare si osservano 381 attacchi, 359 incidenti di sicurezza e 26 violazioni della privacy nel secondo trimestre, con pubblica amministrazione, banche e finanza e healthcare tra i settori più colpiti dalle sanzioni emesse dal Garante per la protezione dei dati personali. Non manca inoltre il continuo rafforzamento da parte di hacker, in una sorta di chiamata alle “cyber-armi” in linea con i 118 fenomeni di Cyber Warfare quintuplicati rispetto ai 22 dello scorso trimestre, con il conflitto Russia-Ucraina tra le principali cause.

Il settore della finanza rimane il più colpito, segue quello software/hardware chiude il podio il settore industria, in calo i casi legati alla pubblica amministrazione. I dati non sono a sostegno dell’impegno delle imprese italiane, ma secondo il report People Risk del 2022 di Mercer Marsh Benefits, nella top 5 delle problematiche legate alle risorse umane, i manager italiani inseriscono la sicurezza informatica.

 

Sicurezza informatica: un settore in crescita

Una presa di coscienza importante che ha portato diverse realtà a investire nel settore, provando a colmare il vuoto attuale. Un esempio è Intesa Sanpaolo che, dall’inizio della sua collaborazione con due startup israeliane, Cyberint e Coro, ha investito più di 20 milioni di euro. Relazioni che non solo giovano all’intero settore globale, ma permettono alle aziende italiane di creare un rapporto che permetta la crescita delle proprie conoscenze in merito al tema.

Nell’ultimo periodo in Italia si è registrato un vero e proprio boom, si contano infatti oltre 3mila imprese con altri 30mila addetti attivi nel settore della cybersecurity, dati che emergono dall’ultima indagine condotta da Unioncamere-Infocamere. Il tasso di crescita di delle imprese registrate nel settore supera il 5,4% a livello nazionale e, visti i dati in merito, è destinato a salire.

 

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