Fast delivery: dopo la fuga dei giganti internazionali ci prova un player italiano

Fast delivery: dopo la fuga dei giganti internazionali ci prova un player italiano

Di
Mirko Giustini
17 Agosto 2023

Sono anni ormai che il tema dei rider è al centro dei dibattiti politici e sindacali. Se a fine luglio i turchi di Getir e gli americani Uber Eats hanno detto addio all’Italia, un nuovo attore è pronto a entrare sul mercato delle consegne a domicilio.

 

Vinca il migliore

Rushers è un marketplace specializzato nel delivery da ultimo miglio, collegando aziende e clienti a una rete di corrieri completamente autonomi e liberi di stabilire prezzi, orari e luoghi di lavoro. I destinatari, invece di selezionare una compagnia di trasporti preferita, scelgono l’offerta più conveniente. Il modello, applicabile per qualsiasi prodotto, aumenta il livello di concorrenza tra i singoli fornitori, che promuoveranno tariffe sempre più competitive.

 

Primi passi

Ancora in fase di sviluppo, attualmente la Pmi sta testando il meccanismo in tre centri abitati con l’obiettivo di espandere il bacino di utenza entro fine anno. A fare da cavia la società casertana Alfonsino, che dal 2016 raccoglie e porta a casa degli acquirenti la merce comprata in supermercati, ristoranti, fiorai, enoteche e farmacie. E non potrebbe essere altrimenti dato che il 100% della proprietà di Rushers è proprio del brand campano, che ha 60 sedi sparse in tutto il Paese. È logico pensare che queste saranno le prime a cui verrà allargato il servizio per poi essere condiviso anche da altri marchi retail.

 

Uno sguardo sul comparto

«Siamo il primo player di origini italiane: il resto sono tutte divisioni di multinazionali – afferma Valerio Chiacchio, ceo di Rushers –. Glovo, Deliveroo, Just Eat: tutte investono nel Paese con l’unico scopo di diventare i leader del settore in pochi anni, ma se falliscono nell’intento chiudono e abbandonano la manodopera. L’unica ad avere i conti in ordine è il gruppo danese, che tuttavia scarica il costo del lavoro (il più gravoso) sui partner. Tutti gli altri ricorrono ad aumenti di capitale per coprire i buchi di bilancio, bruciando cassa senza ottenere profitti».

 

Salario minimo? No grazie

Difficile prevedere a priori quali ricadute avrà Rushers sulle retribuzioni. Tuttavia è ragionevole supporre che questa piattaforma finisca per portare a una guerra tra poveri. Infatti, se due fattorini della stessa zona propongono per la medesima consegna costi differenti, è chiaro che il cliente finale opti per quello che paga meno. A quel punto cosa impedisce al rider che si è visto soffiare la commessa di abbassare ulteriormente la sua tariffa, innescando così una serie di continui ribassi? Oppure di velocizzare il recapito sostituendo una bicicletta con un motorino (più costoso e inquinante) o concedendosi deroghe al codice della strada?

 

La risposta dell’azienda

«Le persone che ho incontrato vogliono operare come indipendenti e non come subordinati – chiarisce Chiacchio –. Non chiedono più diritti o tutele, ma di essere lasciati liberi di utilizzare più app contemporaneamente e di incrementare il più possibile le entrate. Noi li aiutiamo erogando bonifici giornalieri. Credo che una sana concorrenza porti solo benefici ai consumatori».

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