Gli under 35 non hanno dubbi: il motore dell’innovazione nei prossimi anni sarà l’intelligenza artificiale. A metterlo nero su bianco l’ultimo report dell’Associazione nazionale giovani innovatori (Angi). Un documento che riporta riflessioni e speranze dei principali attori dell’economia di domani.
Non è un paese per giovani
Gli intervistati sostengono che sarà l’AI il megatrend del futuro e non l’e-commerce, come espresso dai loro padri. Per le nuove generazioni infatti il commercio elettronico è ormai entrato appieno nel vivere quotidiano, mentre la maggior parte delle applicazioni di algoritmi e machine learning sono ancora tutte da scoprire. Peccato che l’ecosistema italiano presenti problemi strutturali tali che la fuga dei cervelli sia più una necessità che una scelta. Tra le cause la difficoltà a trovare un apprendistato iniziale che consenta di candidarsi a posizioni per le quali è richiesta un’esperienza minima. A spaventare anche le poche assunzioni, la saturazione dei settori d’interesse e le condizioni poco gratificanti. A queste criticità inoltre si aggiungono la scarsità di risorse per avviare un’attività, un’età media del personale piuttosto elevata, il divario tra domanda e offerta di lavoro e l’eccessiva burocrazia. Incide pure il caro affitti, che impedisce alle fasce meno abbienti il trasferimento nelle grandi città.
Ecologia e parità di genere le parole chiave
Dall’indagine emerge poi che i giovani vedono negli investimenti in tecnologie all’avanguardia gli strumenti ideali per accompagnare il Paese nel ventiduesimo secolo. Per raggiungere lo scopo è meglio puntare su una dirigenza formata da Millennials e Generazione Z, capaci di aprire le società a procedure alternative e di mettere la sostenibilità in cima alla lista delle priorità. Un impegno che si tradurrà in economia circolare, integrazione dei valori nei modelli di business e attenzione all’impatto del prodotto finale sull’ambiente. Maggiore sensibilità si avrà nei confronti delle donne, che per quasi il 70% degli interpellati oggi non trovano il giusto riconoscimento. Tutti cambiamenti che avverranno in contesti di smart city, dove ci si sposterà su veicoli elettrici a basso inquinamento.
Formazione e cultura d’impresa
Ad affiancare ragazze e ragazzi nel loro processo di crescita individuale e collettivo è proprio l’associazione Angi, che conta una rete di oltre 5 mila stakeholders. Da anni ormai l’ente organizza in tutta Italia corsi di formazione, premi e tavoli istituzionali, contribuendo alla costruzione di una cultura dell’innovazione. «Occorre partire dalle scuole spiegando ai maturandi quali sono le professioni del futuro e orientarne in qualche modo le preferenze, seguendone il più possibile attitudini e passioni – dice il presidente Gabriele Ferrieri –. Da parte nostra promuoviamo la transizione digitale, le partnership industriali e il dialogo con il pubblico, affinché ciascuno possa accedere a tutte le opportunità a sua disposizione. L’obiettivo è frenare le emigrazioni verso l’estero, dal Sud al Nord e dalle periferie al centro».