Francesco, 40 anni, si reinventa una vita con il triciclo

Di
12 Maggio 2015

Si reinventa una vita a 40 anni. Francesco Casoli, 42enne, milanese, torna sul triciclo e lo fa diventare il suo business: oggi crea cargo bike: «Lavoravo nel marketing come copywriter. Poi sono arrivati i 40 anni e sono andato in crisi. Ho sentito il bisogno di fermarmi e ripartire. Per un anno ho fatto il ciclo fattorino. Durante quest’esperienza mi sono reso conto che mancavano in città i tricicli per rendere il trasporto e le consegne più agevoli. Allora ho pensato di realizzare un prototipo» spiega a Millionaire.

Per dare vita alla sua azienda (oggi TrikeGo) parte da zero. Cerca un amico fabbro, gli parla del suo progetto e inizia a imparare a saldare: «Invece di rifornirmi di pesce, mi ha insegnato a pescare. Con lui ho imparato il mestiere e insieme abbiamo messo giù i primi pezzi del prototipo. Poi mi sono rivolto a un produttore di telai che è diventato un mio fornitore e mi ha aiutato a sviluppare il business, proprio come un incubatore».

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Investe 10mila euro di soldi suoi per produrre i primi dodici pezzi. Poi è un continuo autofinanziamento. I soldi delle prime vendite vengono reinvestiti nell’attività: «Abbiamo venduto più di 200 modelli. I clienti sono pony express, agenzie di pubblicità, famiglie che li usano per i piccoli. Nella fase di creazione coinvolgiamo due penitenziari (il carcere di Bollate e San Vittore). I detenuti mettono le loro competenze a servizio del progetto: producono il cassone anteriore in legno e le cappottine per il trasporto dei bambini».

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I prezzi vanno da 1.300 euro in su. C’è anche una versione con pedalata assistita con motore elettrico: «Abbiamo clienti in Austria, Francia, Spagna e c’è in ballo una trattativa con l’ambasciata italiana in Kenya per utilizzare la bike per la nettezza urbano. Oggi mi sento rinato, ho fatto tesoro delle mie esperienze positive e negative e ho saputo ribaltarle. Ripartendo da zero».

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Consigli a chi vuole imitare la tua storia?

«Bisogna iniziare da noi stessi, capire competenze e limiti. Poi conoscere ogni aspetto del business che si vuole creare, da quello più teorico a quello più pratico. Studiare il mercato, se c’è meglio. Altrimenti puoi inventartelo, immaginando un bisogno non ancora soddisfatto. Quando ho iniziato non c’erano molti competitor nel settore. Poi avere entusiasmo, ma restare con i piedi per terra. Perché poi capita che ti arriva un ordine dall’estero e se non sei pronto a soddisfarlo, rischi di finire prima di iniziare. Infine, avere coraggio. Io l’ho fatto. Mi sono messo in gioco. Oggi sono felice. Do lavoro a cinque fornitori. Aiuto i detenuti a rifarsi una vita. E ho realizzato il sogno di creare da solo una mia impresa. Cosa c’è di meglio?»

INFO: http://trikego.com/

Giancarlo Donadio

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