«Attraversavo ogni giorno la metrò di Mosca. A ogni stazione immaginavo una storia. E scrivevo un libro che nessuno voleva». poi Dmitry Glukhovsky lo ha messo on line e…
Quanti anni ti sono serviti per scrivere Metro 2033?
«Ho cominciato a 17 anni, a 22 l’ho sottoposto ai primi editori. Ne ho girati molti prima di capire che nessuno l’avrebbe mai pubblicato. A 20 anni ti ritengono troppo giovane per investire su di te! E generalizzavano sul fatto che fosse l’ennesimo romanzo di fantascienza. Avevo pensato a quelle storie da quando avevo 12 anni. Ero convinto di aver avuto una buona idea».
E come hai svoltato?
«Ho scoperto le potenzialità del Web. Da lì l’idea di postare on line il romanzo su un forum di appassionati di fantascienza. Era il 2002. Poi, con un amico, sono riuscito a fare un sito in Flash html, molto rudimentale, http://m-e-t-r-o.boom.ru, su un servizio di hosting gratuito».
E hai fatto boom?
«L’interesse degli appassionati di fantascienza e fantasy mi ha colto di sorpresa. Ricevevo suggerimenti da tecnici che lavoravano in metropolitana. Una biologa mi scrisse i nomi latini dei funghi che vivono sottoterra. Tutti particolari inseriti nel libro. Altri mi chiedevano solo di continuare a scrivere, per sapere come finiva. I commenti alla mia storia erano simili: il Web avvicina».
Che effetto ti fa essere letto nel giro di poco tempo in 15 Paesi?
«Ho avuto tantissime richieste di contatti sul mio profilo in Facebook, Twitter e Skype da tutta Europa e seguo i commenti dei lettori, per esempio su Amazon».
Perché il romanzo ha successo?
«Parla della paura degli uomini, delle loro debolezze, di sentimenti universali. Non volevo che Metro fosse un rifugio per alienarsi dalla realtà, ma che fornisse argomenti su cui discutere, riflettere».
Consigli a chi vuole pubblicare un libro?
«Provarci anche se tutti ti scoraggiano. Ma essere consapevoli che Internet è una giungla. Se un libro non è interessante e ben scritto, viene distrutto. Se è buono, invece, è un ottimo modo per farsi conoscere senza spendere nulla!».
Il libro
In Metro 2033 (Multiplayer.it, 17,90 euro), Dmitry ha immaginato che la popolazione di Mosca fosse sopravvissuta a un conflitto atomico rifugiandosi nei bunker delle stazioni della metrò: sono 200, su una rete che si estende per 292,2 km e serve 12 milioni di abitanti. L’autore vi ha passato 3.500 ore, durante la scuola. Il romanzo, pubblicato on line, è diventato interattivo. Nel 2005 è uscito su carta, ma la versione on line è rimasta ed è scaricabile gratis. Sono state realizzate una colonna sonora e dipinti ispirati da Metro 2033. In uscita il videogioco (Thq). Sarà realizzato anche un film a Hollywood, forse una trilogia.
Identikit
Dmitry Glukhovsky, 31 anni, è nato in Russia. Dopo la laurea in Relazioni internazionali a Gerusalemme, ha lavorato come giornalista.
Silvia Messa, Millionaire 5/2011