Cinema therapy

Di
Redazione Millionaire
9 Agosto 2012

Per trovare il lavoro giusto, superare un licenziamento, trovare una soluzione a un problema professionale. Dal grande schermo alla vita, ecco i film da (ri)vedere

Giovani, carini, disoccupati. Non è solo il titolo di un film, è anche la fotografia di una realtà sempre più diffusa, in Italia e nel mondo. Anche se a fare i conti con la precarietà non ci sono solo i più giovani. Tanti i manager “arrivati” che incappano in tagli del personale e licenziamenti imprevisti.

«Il tema del lavoro oggi è importante. Ma lo è sempre stato. Basti pensare a una delle opere fondamentali del nostro cinema, Ladri di biciclette di De Sica, del 1948. La disoccupazione, le insicurezze economiche, la precarietà, la ricerca del lavoro, sono temi che hanno sempre fatto parte del cinema, poiché il cinema riporta il reale, e cosa c’è di più reale del lavoro? La disoccupazione è cresciuta, non ci sono più sicurezze, i contratti sono a termine, il disagio è grande. E il cinema fa quello che deve fare, fotografa la situazione» osserva Rossella Farinotti, critica cinematografica e autrice con il padre Pino di Il Farinotti 2010. Dizionario di tutti i film (Newton Compton, 29,90 euro). Quindi tutti al cinema? «I film si pongono come esempi. E ci condizionano. Anche se il cinema non basta, occorre un approfondimento successivo, una presa di coscienza. Il cinema ti dà il primo spunto, la prima indicazione, ma poi devi metabolizzare, faticarci intorno, altrimenti tutto evapora» consiglia Rossella Farinotti. Millionaire ha selezionato una serie di film che possono aiutare a leggere la situazione attuale e suggerire anche, a volte tra il serio e il faceto, delle soluzioni. Attenzione, però: non basta la semplice visione.

Il cacciatore di teste

La storia. Come il titolo originale suggerisce (Le couperet: la mannaia) si parla di una ristrutturazione aziendale, in cui cade vittima l’apprezzato chimico 40enne Bruno Davert. All’inizio lui la prende bene: avrà tempo per riposare e scegliere con attenzione l’alternativa migliore. Ma dopo tre anni è ancora a spasso. C’è chi gli consiglia di seguire corsi di specializzazione per avere la meglio sui concorrenti visto che “non li puoi mica ammazzare”. Da lì, il protagonista ha la diabolica idea: diventare un serial killer di tutti quelli che gli possono soffiare il suo nuovo, agognato posto di lavoro…

La lezione. A mali estremi, estremi rimedi. Certo, non estremi come l’omicidio. Al di là del suo taglio grottesco, il film può suggerire di affrontare di petto ogni situazione negativa. Mettendosi in gioco, specie all’inizio, ma sempre in modo costruttivo. Cercando di riqualificarsi e di proporsi in modo nuovo al mercato. Senza elemosinare un lavoro, ma offrendo soluzioni. Sullo stesso tema del taglio del personale, si segnalano anche: Americani (Usa 1992, di James Foley, con Jack Lemmon) e Volevo solo dormirle addosso (Italia 2004, di Eugenio Cappuccio, con Giorgio Pasotti, dall’omonimo libro di Massimo Lolli).

Giorni e nuvole

La storia. Elsa e Michele sono una coppia di mezza età della borghesia genovese, con una figlia ormai grande. Lui fa l’imprenditore, lei ha lasciato il lavoro per laurearsi in Storia dell’arte. Poi, fulmine a ciel sereno, Michele viene estromesso dall’azienda che aveva fondato. Senza il suo ricco stipendio, i debiti si accumulano e la loro casa viene messa in vendita. E mentre il marito subisce la situazione, pieno di vergogna per non essere più “produttivo”, la moglie si rimbocca le maniche e svolge due lavoretti part time, accantonando la sua passione per l’arte. E porta la storia, se non verso un lieto fine, almeno verso una speranza.

 

La lezione. Il lavoro è un elemento importante della vita di ognuno, ma non deve offuscare i nostri valori. I protagonisti si perdono, quando mettono in dubbio il loro amore e la loro coesione. Insieme sarà più facile riemergere. E, da un trauma, potranno arrivare anche delle opportunità. Lei è un esempio positivo: non si sente sminuita dallo svolgere lavori dequalificati, ma utili per superare l’impasse.

Generazione mille euro

La storia. Matteo, 30 anni, è un genietto della matematica, ma lavora nella divisione marketing di un’azienda in eterna riorganizzazione. A intervalli regolari, il capo solleva il telefono per licenziare qualcuno (“Ma io sono tranquillo: se non sono mai stato assunto, non posso neanche essere licenziato”). La precarietà è una condizione che caratterizza anche la sua vita privata: condivide un appartamento con un buco nel pavimento del salotto e intreccia storie non durature. Il film è ispirato a un blog e al successivo libro (scritto da Alessandro Rimassa e Antonio Incorvaia e pubblicato da Bur). INFO: www.generazione1000.com

 

La lezione. Il lavoro tiene a galla, la passione fa spiccare il volo. Alla fine Matteo rinuncia alla carriera e a una relazione di comodo e sceglie l’amore, per la matematica e per Beatrice. Non senza “effetti collaterali”, naturalmente. Ma lui è giovane e ha tutto il tempo per “aggiustare il tiro”. Ed eventualmente scendere a compromessi. Sullo stesso tema e anche più meritevoli di una visione: Santa Maradona (Italia 2001, regia di Marco Ponti, con Stefano Accorsi e Anita Caprioli) e Cresceranno i carciofi a Mimongo (Italia 1996, regia di Fulvio Ottaviano, con Valerio Mastrandrea e Daniele Liotti).

TRA LE NUVOLE. UP IN THE AIR

La storia. Ryan è un super manager eternamente in viaggio per lavoro, tanto che sopperisce alla sua mancanza di vita affettiva con… i punti mille miglia dell’American Airlines! Finché l’incontro con una donna e la proposta di lavorare fisso in sede non gli offrono la possibilità di cambiare radicalmente la sua vita. Ma non tutto è lineare come sembra.

La lezione. Volete cambiare e non ci riuscite? Questo film insegna che l’esigenza di cambiamento deve essere profonda e legata alle proprie reali esigenze e ai valori. Guai a riporre tutti i nostri sogni di cambiamento su circostanze esterne o altre persone. Ryan non cambierà, ma non c’è niente di male nel collezionare punti mille miglia e vivere per il lavoro…

LA BALLATA DEI PRECARI

La storia. Nei sei episodi si raccontano, in modo satirico e grottesco, le difficili condizioni dei giovani di oggi, privi di stabilità, prospettive economiche, possibilità reali di mettere su famiglia e pagare un mutuo. Fra gli episodi si segnalano Stragisti, che ironizza su quanti fanno uno stage dietro l’altro senza mai essere assunti, e Masterizzati, che presenta un ipotetico centro di riabilitazione per giovani che hanno frequentato troppi master. INFO: laballatadeiprecari.giovani.it

La lezione. Riderci su non sempre è facile, ma un pizzico di ironia (e autoironia) aiuta a non drammatizzare e trovare una via d’uscita, quando possibile. E poi anche rendersi conto di non essere soli è un aiuto, almeno a livello psicologico. Film dello stesso tenore: Tutta la vita davanti (Italia 2008, di Paolo Virzì, con Isabella Ragonese) e Fuga dal call center (Italia 2009, regia di Federico Rizzo, con Angelo Pisani. INFO: www.fugadalcallcenter.com).

BENVENUTI AL SUD

La storia. Alberto, responsabile di un ufficio postale della Brianza, spinto dalla moglie Silvia, cerca di ottenere con l’inganno un trasferimento a Milano. Ma l’imbroglio è scoperto e lui viene spedito in un paesino della Campania. Quella che all’inizio appare una iattura si rivelerà invece un’opportunità ricca di implicazioni positive. Il film è il remake della pellicola francese del 2008 Giù al nord (regia di Dany Boon). In Francia, al contrario dell’Italia, è il nord a essere notoriamente meno ricco e avanzato.

La lezione. Se le cose vanno male, non bisogna esitare a mettere in conto un trasferimento. È facile che un luogo diverso (geografico e di lavoro), con i conseguenti nuovi incontri, porti con sé nuovi stimoli, professionali e personali.

WALL STREET 2. IL DENARO NON DORME MAI

La storia. Il finanziere squalo Gordon Gekko (protagonista del precedente Wall Street) esce di prigione dopo 23 anni con un libro pronto da dare alle stampe dal titolo L’avidità è un bene. Ma a contrastare il suo storico cinismo c’è ora il desiderio di riallacciare i rapporti con la figlia ecologista che lavora per un sito non profit. A essere stigmatizzato è il sistema delle banche, molto peggiorato durante gli anni di prigionia di Gekko. Ha dichiarato il regista Oliver Stone: «È una storia di persone che barattano l’amore con il potere e il denaro con il bisogno d’amore. Il capitalismo è in crisi. Non so se il sistema avrà il potere di correggere gli errori fatti. Di certo vorrei vedere riforme più serie in America, dove c’è un’enorme differenza fra i guadagni degli amministratori delegati e quelli dei lavoratori».

La lezione. Il sistema è un dato di fatto, ma ognuno può fare qualcosa per cambiarlo. A partire dai propri valori. L’ultimo arrivato di oggi sarà il dirigente di domani. L’importanza del denaro è storicamente incontestabile. Ma ognuno può portare avanti, in parallelo, battaglie più nobili come il volontariato, la solidarietà sociale, la tutela del Pianeta…

STUDIO ILLEGALE

La storia. La vicenda mette a nudo lo stile di vita convulso e frenetico che caratterizza tanti studi di avvocati d’affari. Oltre 14 ore alla scrivania, mangiando distrattamente e ideando clausole capestro. La vita privata sacrificata sull’altare della carriera. Tutto comincia con un blog (studioillegale.splinder.com), in cui un giovane avvocato d’affari rivela le piccole grandi miserie del settore attraverso le vicende del suo alter ego Andrea Campi. Il blog nel 2008 diventa un libro di successo per Marsilio (pubblicato con lo pseudonimo di Duchesne). Oggi l’autore, Federico Baccomo, uscito allo scoperto, collabora alla realizzazione del film, in cui il suo alter ego sarà interpretato da Fabio Volo.

La lezione. «Guai a indossare un abito professionale o sociale che ci è estraneo, per dimostrare qualcosa, per compiacere qualcuno. Guai a guardarsi dall’esterno con indifferenza e spossatezza e continuare a correre a testa bassa, senza pensare. A volte bisogna cambiare direzione. O almeno fermarsi un attimo a riflettere» suggerisce Baccomo. Fare carriera e guadagnare bene implica delle rinunce. L’importante è esserne consapevoli e scegliere da soli qual è la propria situazione ideale. O, perlomeno, il male minore.

Ti hanno licenziato? dillo a Jackfly

Nicola Scambia è uno che ha reagito con grande energia a un intoppo lavorativo. Per nulla disposto a subire. Quando, otto anni fa, la banca in cui lavorava come area manager lo ha licenziato, lui ha fatto causa. Il primo grado di giudizio gli ha dato torto, imponendogli un pagamento di 508mila euro. Lui ha tenuto duro e in appello ha avuto ragione per 536mila euro di risarcimento (versati in una settimana). «Nel frattempo ho scritto un thriller finanziario Jackfly e realizzato un sito che raccoglie le testimonianze di chi è stato vessato. Poi una casa di produzione cinematografica ha deciso di farne un film prendendo molti spunti proprio dalle testimonianze.

Si può vedere già il trailer sul sito. Chiunque può scrivere a: jackfly@jackfly.net e raccontare il rapporto con la propria banca e più in generale con il proprio datore di lavoro, e un giorno magari trovare la sua storia all’interno del prossimo film, perché si sta già pianificando una nuova produzione. Speriamo che la minaccia di rendere pubblici i soprusi subiti sia un deterrente per avere un mondo migliore e più giusto in futuro».

INFO: www.jackfly.net

Ilaria Fantini, Millionaire 10/2010

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