Addio Freccia del Sud. Il ricordo di Millionaire

Di
Redazione Millionaire
21 Marzo 2013

Era il 2005 quando Millionaire inserì Pietro Mennea in un articolo sulla seconda vita dei campioni, intervistandolo insieme ai calciatori Giancarlo Antognoni e Paolo Rossi. Ecco il testo di quell’articolo, firmato da Giuliano Pavone.

Diviso fra le sue molteplici attività, Pietro Mennea 17 anni dopo il suo ritiro non si è ancora fermato.

Nostalgia dell’atletica?

No, continuo a vivere di corsa. E in quello che faccio non c’è mai un punto d’arrivo:bisogna sempre aggiornarsi, e migliorarsi».

Da atleta ad avvocato: buffo pensare che la persona che tanti anni fa a Barletta ne scoprì il talento aveva compiuto il percorso inverso, abbandonando l’attività forense per diventare professore di Educazione Fisica.

Una carriera luminosissima e singolarmente lunga per un velocista: Mennea si ritira a 36 anni. E ricomincia daccapo, gettandosi nello studio e conseguendo tre lauree.

Come fa un monumento dello sport mondiale, a quell’età, a mettersi a sgobbare come una matricola?

Tre giorni dopo la fine delle Olimpiadi di Seul del 1988, il mio ultimo impegno agonistico, ero già a Milano, alla Bocconi».

Più impegnativo di una rimonta al fotofinish:

Da atleta non ho avuto il tempo per studiare, ma ho acquisito una mentalità, che mi è servita dopo per recuperare il tempo perduto. Impegno, sacrifici, dedizione, così si raggiungono i traguardi».

Mennea esercita le professioni di avvocato e di commercialista a Roma. È specializzato in Diritto Fallimentare, Diritto Societario, Diritto Tributario e Diritto Sportivo. È docente di diritto dello sport all’Università di Chieti.

Con tanti meriti, potrebbe anche pesargli essere ricordato sempre come la freccia del Sud:

No. È una cosa inevitabile, non si può scappare. La gente viene alle presentazioni dei miei libri per vedere un atleta famoso, poi si accorge che dietro c’è qualcosa d’altro».

Nel corso della sua attività di europarlamentare, Mennea si è occupato di sport a tutto tondo (regolamenti FIFA e UEFA, doping, Anno Europeo dell’Educazione attraverso lo Sport, …), ma non solo: ha lavorato anche in altri campi, soprattutto quello culturale ed ambientale:

Ero uno dei pochi che poteva sedere in tutte le 17 commissioni senza aver bisogno di nessuno che mi aiutasse. Non è presunzione: sono stati gli avversari politici a dirmelo».

Redazione

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