21 anni e una soluzione semplice (quanto geniale) per rimuovere dall’Oceano Pacifico tonnellate di rifiuti di plastica. Boyan Slat è un ragazzo olandese. Nel 2011, durante una vacanza in Grecia, frustrato da tutte le bottiglie di plastica in cui si imbatteva mentre faceva immersione, decide di ideare un metodo per ripulire gli oceani economico e sostenibile, rispetto agli altri studi del settore.
Nel 2012 presenta il suo progetto al mondo: si tratta di una sorta di rete galleggiante che utilizza le correnti marine per raccogliere la plastica e raggrupparla in un punto preciso, in modo da facilitare le operazioni di pulizia e non mettere a rischio la vita acquatica sottostante: «In questo modo si abbattano costi e tempi. Invece di andare alla ricerca della plastica, portiamo la plastica verso di noi. Operazioni che sarebbero avvenute in millenni possono essere realizzate in pochi anni» spiega Boyan.
Per concretizzare il suo sogno, abbandona gli studi di ingegneria aerospaziale e fonda un’associazione (Ocean Cleanup Foundation). All’inizio la sua idea non ottiene il successo desiderato. Allora Brian decide di iscriversi come partecipante a Tedx Talk, evento internazionale dedicato a innovatori. Il suo discorso diventa virale e capisce che è il momento di agire. Avvia una campagna di crowdfunding. Risultato? 2, 2 milioni di dollari che gli consentono di avviare un progetto pilota e formare un team internazionale di scienziati (oggi sono 100 in squadra). Obiettivo? Ripulire l’Oceano Pacifico in 10 anni, raccogliendo di 70,320,000kg di rifiuti.
Oggi sono in corso le prime installazioni nel Mare del Nord con un sistema di prova lungo 100 metri che verrà posizionata per cinque metri sopra il livello del mare e per cinque sotto. La barriera resterà in mare per un anno. E lo staff di Ocean Cleanup recupererà la plastica per poi riciclarla.
INFO: http://www.boyanslat.com/
http://www.theoceancleanup.com/
Giancarlo Donadio