Con le ali ai piedi

Di
Redazione Millionaire
9 Agosto 2012

Correre per lunghi tratti fa bene a tutti. Ci vogliono un check-up iniziale e pochi accorgimenti. Anche chi parte da zero arriva alla maratona

Quella più nota è prevista per domenica 7 novembre: la maratona di New York è la gara per eccellenza di chi sfida se stesso e corre per 42,195 km tra la Fifth Avenue e Central Park. Oltre 100mila le richieste di partecipazione ogni anno, a fronte di un numero chiuso di partecipanti fisso di 39mila (www.nycmarathon.org).

«New York in novembre ha un fascino straordinario. L’aria è perfettamente, caparbiamente limpida. Il cielo è altissimo, il sole accende barbagli di luce sulle finestre dei grattacieli» scrive in L’arte di correre (Einaudi, 18 euro) il romanziere Haruki Murakami. La maratona di New York affascina anche molti dei 35mila maratoneti italiani non professionisti che si tengono in forma allenandosi nei parchi, nelle palestre e tra le strade cittadine. «Senza arrivare a gareggiare su 42 km, correre per lunghi tratti fa bene a tutti: a patto di osservare alcuni accorgimenti. Il primo è un check-up medico» consiglia Stefano Baldini, campione olimpionico vincitore ad Atene 2004 (www.stefanobaldini.net) e autore di Maratona per tutti (Mondadori, 9 euro). Tra i test più indicati, un elettrocardiogramma da eseguire prima e dopo uno sforzo come una pedalata alla cyclette. Anche chi vuole correre per percorsi brevi deve poi scegliere la scarpa adatta, a seconda del peso, della forma del piede e del grado di allenamento, per ammortizzare al meglio l’impatto con il terreno. «Le scarpe sbagliate fanno rischiare il mal di schiena e problemi muscolo-tendinei. Meglio andare in un negozio specializzato equipaggiato con un tapis roulant, per capire in che modo camminiamo: appoggiando il piede sul lato interno anziché su quello esterno… Così si individua la scarpa giusta. Il prezzo? Da 100 euro in su» prosegue Baldini. Per il resto dell’equipaggiamento ognuno può regolarsi come preferisce e indossare indumenti casual: gli addetti ai lavori suggeriscono però che, nella brutta stagione, mani e testa dovrebbero essere sempre coperti. Per evitare complicazioni allo stomaco i professionisti non mangiano tre ore prima dell’allenamento e bevono integratori salini dopo lo sforzo, per compensare le perdite che accompagnano la sudorazione. Ultima avvertenza per i principianti è la gradualità nell’allenamento, perché forzare da subito porta a dolori così forti da spegnere ogni entusiasmo.

Per chi inizia ora

Un programma? Iniziate alternando cinque minuti di corsa con altrettanti di camminata per sessioni di 30 minuti, da ripetere tre-quattro volte a settimana, per arrivare nel tempo a 40-60 minuti di allenamento a giorni alterni. «Prima di definire il programma di corsa settimanale, è meglio consultare le previsioni del tempo on line. Personalmente odio correre con la pioggia. Per combattere il freddo basta vestirsi a strati» consiglia Baldini. Tempo atmosferico a parte, l’ostacolo più grosso per tutti è quello della sistematicità perché impegni di ogni genere, dolori muscolari e pigrizia sono nemici combattuti quotidianamente anche dagli appassionati con migliaia di chilometri alle spalle. Per chi non crede possibile arrivare a correre per diversi chilometri, Murakami ha scritto: «I muscoli hanno buona memoria. Se vengono abituati gradualmente a portare il carico, vi si adattano con facilità».

Il muro al 35° km

Il problema, per tutti i maratoneti, arriva al 35° km, quando il corpo esaurisce la riserva di carboidrati e invia segnali di affaticamento tali da essere definiti “il muro” dagli sportivi. È questa la ragione per cui molti motivatori praticano la maratona: superare i propri limiti, sopportare la fatica e riuscire a tenere duro è più una questione mentale che fisica. Continua Murakami: «Ho l’abitudine di correrne una (maratona, ndr) ogni anno. Al 35° km provo un senso generale di irritazione, e verso la fine mi sento come un’automobile che procede con il serbatoio vuoto. Eppure, quando tutto è finito, nel giro di poche ore dimentico la sofferenza e mi dico che la prossima volta correrò molto meglio».

«La corsa mi ha insegnato a non avere paura di niente»

In Italia è diventato un testimonial della maratona: Linus, direttore artistico di Radio Deejay e Deejay Tv, lo scorso settembre ha presentato il suo libro Parli sempre di corsa (Mondadori, 15,50 euro) in cui racconta le emozioni della competizione di New York e la sua passione per questo sport.

Come hai iniziato a correre?

«Quando ho avuto un problema ai legamenti del ginocchio ho smesso di giocare a calcio e così sono passato alla corsa. Al principio però la consideravo solo come un’attività di fitness e mi allenavo per una ventina di minuti per tre volte a settimana. Poi ho trovato qualcuno con cui correre e per me è cambiato tutto: se non corro da solo riesco a dimenticarmi i vari doloretti che, altrimenti, avrebbero il sopravvento. La sofferenza mentre si corre c’è per tutti, anche in quei keniani che poi vincono la gara».

Come superi la fatica del 35° km?

«La corsa è fatta di due componenti: la testa, cioè la forza di volontà, e il fisico, che in teoria dovrebbero essere equivalenti. In me invece la testa ha l’80%: sono una persona decisa, determinata, costante, quadrata».

Quale il segreto per allenarsi con regolarità?

«La costanza. La maratona è una scienza esatta: più ti alleni, più ottieni. Se oggi rileggo il quadernetto in cui scrivo quanto corro ogni giorno capisco perché i miei primi risultati erano insoddisfacenti: mi allenavo troppo poco».

Cosa ti dà la corsa?

«Mi rende forte e mi riempie la vita, anche se ho miliardi di impegni. Non mi obbliga nessuno: forse è per questo che quando guardo le mie tabelle di allenamento riesco a fuggire da tutto ciò che mi circonda».

Come convinci un amico a correre con te?

«Non l’ho mai fatto: sono loro a vedere il mio entusiasmo e a farsi contagiare. Forse perché riconoscono quanto correre mi faccia bene: ora ho 53 anni e sono più in forma di 10 anni fa».

Lo scorso 3 ottobre si è svolta la quinta edizione della Deejay Ten (www.deejayten.it), corsa di 10 km a Milano da te organizzata. È cambiato il mondo dei runner in questi anni?

«In cinque anni siamo passati da 2mila a 11mila iscritti. E ci sono tante ragazze. Purtroppo però in Italia la corsa è ancora considerata per loro come la passeggiata da fare sul tapis roulant della palestra. Ci vorrebbe un “Linus in gonnella” come testimonial per invogliare le donne».

Maria Spezia Millionaire 11/2010

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