Han fatto la storia dell’umanità negli ultimi secoli. Sportivi, attori, cineasti, inventori, uomini politici. Tutti con un unico grande denominatore: conoscere bene il sapore amaro del fallimento prima di diventare delle star.
Harrison Ford. Erano ancora lontani gli applausi e i riconoscimenti mondiali per il nostro Indiana Jones, quando agli inizi della carriera i produttori del suo primo film gli consigliarono senza mezzi termini:
Di cambiare mestiere poiché non sarebbe mai diventato una star.
Da quel momento in poi Harrison avrebbe realizzato più di 50 film. Con dei titoli indimenticabili tra cui American Graffiti e Blade Runner.
Cosa sarebbe successo alla sua vita se avesse dato ascolto ai suoi primi produttori?
Thomas Edison: Per i suoi insegnanti Edison, l’inventore del fonografo e della lampadina, “era troppo stupido per imparare una cosa che fosse una”. Non gli andò meglio a lavoro, licenziato ben due volte perché considerato poco produttivo.
Prima di progettare l’idea definitiva della lampadina, Edison fece più di mille tentativi infruttuosi.
“Cosa ne sarebbe stato di lui se avesse alzato bandiera bianca al 999 esimo tentativo?”
Michael Jordan. Da piccolo, quello che è considerato il miglior giocatore di basket di tutta la storia, fu fatto fuori dalla squadra della sua scuola. Tornato a casa si chiuse a chiave nella sua stanza e pianse.
Ma il piccolo Michael non si perse d’animo e si allenò duramente per proprio conto, fino a riuscire con caparbietà ad entrare nelle riserve della squadra.
Divertiamoci per un attimo a immaginare chi sarebbe Michael oggi se non avesse avuto la forza di reagire ai suoi primi fallimenti.
Walt Disney. Sembra una barzelletta, ma credeteci è vero. Walt Disney, il re dei cartoon, fu licenziato dal giornale in cui scriveva a inizi carriera perché gli mancava l’immaginazione e perché non aveva buone idee. Dopo l’esperienza giornalistica, il buon Walt fallì ancora portando alla bancarotta diverse sue società.
“Come sarebbe stata la nostra infanzia, privata dell’allegria di Topolino & Company, se Walt Disney avesse deciso di mandare al diavolo i suoi sogni?
Winston Churchill. Il premio Nobel per la pace, l’uomo che preparò il suo popolo ad una stoica resistenza al dilagare in Europa del nazismo, era una frana a scuola e dovette ripetere un anno alle scuole obbligatorie. Anche la sua carriera politica fu caratterizzata da molti fallimenti finché fu eletto primo ministro all’età di 62 anni.
Cosa sarebbe successo alle democrazie europee se Winston Churchill si fosse ritirato dalla sfera politica dopo i suoi primi insuccessi? Siamo sicuri che qualcun altro al suo posto sarebbe stato in grado di salvare il Regno Unito dall’attacco della flotta aerea nazista?
Queste sono solo alcune storie di fallimenti famosi. Sulla Rete ne circolano moltissime, altrettanto eclatanti.
Leggendole viene quasi da dire che fallire fa bene.
Che paradossalmente il fallimento giova alla salute!
A condizione che si trovi dentro di sé la forza di reagire, di andare avanti, nonostante tutto. Come hanno fatto Harrison, Michael, Winston, Walt, Thomas.
In fondo, come ci ricorda una frase di un altro “fallito doc”, Albert Einstein,
Chi non fallisce non ha mai provato qualcosa di nuovo.
E tu hai il coraggio di raccontarci il tuo più grande fallimento?
Giancarlo Donadio
(Fonte immagine Walt Disney: Utente Flickr RichardStep.com)
(Fonte immagine Michael Jordan: Utente Flickr thetaxhaven)