I master in finanza introducono insegnamenti per incoraggiare l’imprenditorialità

I master in finanza introducono insegnamenti per incoraggiare l’imprenditorialità

Di
Ian Wylie
22 Gennaio 2024

Gli studenti li accolgono con favore, ma la richiesta è di altri corsi per lanciare nuovi business.

 

Quando Martim Gois si iscrisse al master in finanza, immaginava una carriera in banca o nel mondo delle obbligazioni, non certo in quello degli insetti. L’anno scorso Valpas, l’azienda da lui cofondata che fornisce una soluzione tecnologica e sostenibile (non fa uso di pesticidi) al problema delle cimici nei letti, ha raccolto 1,6 milioni di euro in finanziamenti.

«La gestione del denaro è un’attività cruciale in una startup: il master in finanza ci ha aiutato a scalare in oltre 30 Paesi, a realizzare una crescita del 100% anno su anno, a gestire operazioni redditizie», afferma Gois, che ha conosciuto la maggior parte del team della sua startup durante gli studi presso la Aalto University School of Business di Helsinki. «Ma», aggiunge, «sarebbe stato utile ricevere dal corso anche delle dritte sulla raccolta di capitali e sul bootstrapping, magari chiamando a testimoniare imprenditori che hanno fatto delle exit, o addirittura che sono falliti, per farci raccontare la loro esperienza».

Molti dei laureati nei master in finanza decidono di perseguire una carriera in grandi società finanziarie, ma c’è chi opta per un percorso imprenditoriale. Alcuni sono ispirati dal successo di startup come Stripe e Revolut. Nonostante il rallentamento negli investimenti nelle fintech registrato negli ultimi mesi, nel 2022 il finanziamento globale a questo genere di startup ha superato i 75 miliardi di dollari, secondo CB Insights. «Le recenti difficoltà finanziarie e la pandemia da Covid-19 hanno spinto molti laureati in finanza a riconsiderare i loro piani di carriera», afferma il Professor Sami Attaoui, responsabile del dipartimento di finanza presso la Neoma Business School, in Francia. «Alcuni laureati hanno spostato i loro interessi dalla carriera in banca ad attività legate alla gestione del rischio e ai fondi di investimento», aggiunge. «Ma altri sono stati attratti dalle imprese di piccole e medie dimensioni “digitalmente disruptive “».

Il Martin Trust Center del MIT Entrepreneurship, che offre competenze e supporto agli studenti imprenditori del Massachusetts Institute of Technology, dal 2020 ha registrato un aumento del 50% del numero di startup legate alla finanza fondate da studenti, che fanno domanda al suo acceleratore principale, MIT delta v. «Sigma Ratings, Posh Technologies, Almond FinTech, Zumma e CashEx sono alcune tra le fintech lanciate grazie al nostro supporto» afferma Paul Cheek, direttore esecutivo dell’acceleratore. Il desiderio di creare imprese è cresciuto vertiginosamente dalla pandemia: dal 2019 al 2022 nel Regno Unito il numero di aziende costituite da persone di età compresa tra i 18 e i 24 anni è quintuplicato, passando da 11.500 a quasi 57.000, secondo la società di ricerche Beauhurst. La maggior parte degli incubatori delle business school accoglie startup fondate da laureati in finanza. L’incubatore della Grenoble Ecole de Management, per esempio, ha aiutato un laureato a lanciare un business che consiste nella produzione di assorbenti riutilizzabili, e un altro a creare un’impresa che aiuta i sindaci dei paesini a ottenere finanziamenti pubblici. «Quindici anni fa i nostri laureati creavano imprese per fare soldi, oggi lo fanno per costruire un mondo più sostenibile», afferma Stéphanie Boyer, direttore del programma MSc in Finance presso la Grenoble Ecole de Management.

Le business school hanno aggiunto all’interno dei loro programmi dei moduli sull’imprenditorialità. Nel Regno Unito, il corso New Venture Creation della Durham University Business School aiuta gli studenti a sviluppare alcune competenze necessarie per avviare un’impresa, trattando la finanza imprenditoriale, le strategie di crescita, la “execution intelligence” e le strategie di exit. Il direttore del programma Saadat Saeed afferma che gli studenti sono incoraggiati a sviluppare iniziative basate su comportamenti etici, sostenibili e responsabili. Ma per Alexandre Prot, cofondatore della banca francese Qonto e con un Master in Finance presso l’École des hautes études commerciales (HEC) Paris, l’imprenditorialità dovrebbe essere parte integrante dei corsi. «Per promuovere la mentalità imprenditoriale, i corsi dovrebbero introdurre dei contest sulle idee di business, incontri e conferenze con imprenditori di successo che potrebbero condividere le loro storie ed esperienze», suggerisce.

Hubert Pellerin, cofondatore della piattaforma di lavoro flessibile Parents on Board, afferma che il master in finanza che ha frequentato presso la Iéseg School of Management di Parigi gli ha fornito una gamma di conoscenze approfondite e competenze sia tecniche che relazionali indispensabili per far funzionare un’azienda. «Ma», aggiunge, «potrebbe essere una buona idea inserire dei corsi teorici e pratici che trattino le principali questioni finanziarie che le startup affrontano durante i loro primi anni — magari coinvolgendo un business angel che possa spiegare la sua visione e i punti di attenzione».

Sylvain Pages, master in finanza presso la Edhec Business School e fondatore della società di finanza aziendale AltfinPartners e del software as a service (SaaS) Altgency, ritiene che dovrebbero esserci più corsi su come sta evolvendo la finanza. «Edhec in Francia è un marchio rispettato da banche e fondi d’investimento, siamo riusciti a reclutare un terzo del nostro personale da questa business school».«Ma la finanza riguarda anche la costruzione di un nuovo mondo basato su attività più rispettose dell’ambiente, su aziende con nuovi modelli di governance, su nuove relazioni finanziarie incentrate su fiducia e trasparenza. Questo mondo deve essere immaginato, pianificato con attenzione e condiviso al fine di sviluppare la struttura finanziaria che lo sosterrà».

Visione condivisa anche da Jean-David Bar, master in finanza presso Audencia e cofondatore della piattaforma di crowdinvesting We Do Good. «Negli ultimi due anni la finanza “basata sui ricavi” è diventata una tendenza globale, la tecnologia blockchain si è diffusa e le questioni ambientali stanno producendo un sistema di contabilità che considera l’impronta ecologica. I futuri leader finanziari hanno bisogno di una visione più ampia di quella che hanno ora». È una sorta di lista dei desideri che le business school dovrebbero prendere in considerazione. «Fare impresa richiede spesso competenze interdisciplinari», afferma Saeed a Durham, «e trovare membri del corpo docente che abbiano sia qualifiche accademiche che esperienza nel settore non è facile».

Madeleine Bjørnestad Røed, che per il suo master ha studiato presso la NHH Norwegian School of Economics, sottolinea che le banche di investimento possono essere il luogo ideale dove incubare un’idea di business. «Un corso sulla raccolta di capitali durante i miei studi e un maggiore contatto con venture capitalist e acceleratori avrebbero probabilmente potuto aiutarmi», afferma Røed, che ha cofondato la piattaforma di social media e investimenti Stack by.me dopo aver lavorato nella finanza d’investimento. «Ma se non avessi frequentato il  mio master in finanza non avrei mai potuto lavorare nel settore finanziario, e quindi non avrei avuto questa idea, né la competenza per realizzarla».

 

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