Le inondazioni devastanti sono destinate a peggiorare

Di
Redazione Millionaire.it
31 Gennaio 2025

Dal The New York Times (International Edition), 30 Gennaio 2025 – Le inondazioni nel Mediterraneo stanno diventando sempre più frequenti e distruttive a causa del cambiamento climatico. Eventi meteorologici estremi, caratterizzati da precipitazioni brevi ma intense, hanno colpito la regione con una violenza crescente. Nell’autunno scorso, un’ondata di alluvioni ha devastato un’area che va dalla Spagna ai Balcani e dal Marocco alla Libia, causando oltre 200 vittime solo nella regione di Valencia.

Gli scienziati confermano che il riscaldamento globale sta aumentando non solo l’intensità delle tempeste mediterranee, ma anche la loro frequenza. Secondo Leone Cavicchia del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, questi eventi estremi diventeranno ancora più intensi nei prossimi decenni. Il Mediterraneo si sta riscaldando del 20% più velocemente rispetto alla media globale e, con l’aumento delle temperature, l’aria è in grado di trattenere più umidità, favorendo precipitazioni più violente. I modelli climatici prevedono un paradosso: le piogge estreme aumenteranno di intensità, ma la media annua delle precipitazioni diminuirà, rendendo le aree aride ancora più secche.

Uno dei fenomeni più pericolosi associati a queste tempeste è il rischio di alluvioni lampo. La geografia della regione – con montagne vicine alla costa e letti fluviali secchi per buona parte dell’anno – favorisce l’accumulo rapido dell’acqua piovana, che può far salire i livelli dei fiumi di diversi metri in poche ore. Inoltre, il Mediterraneo, essendo un mare chiuso, si sta scaldando più velocemente rispetto agli oceani, diventando una fonte aggiuntiva di umidità che alimenta le perturbazioni. Anche il comportamento della corrente a getto polare contribuisce: le sue oscillazioni possono creare sistemi di bassa pressione chiamati “cutoff low”, che rimangono stazionari per giorni e provocano condizioni meteorologiche instabili. Questo è successo nel settembre scorso con la tempesta Boris, che ha causato devastazioni in Europa centrale e meridionale, e con la tempesta Daniel nel 2023, che ha provocato il crollo di due dighe in Libia, uccidendo oltre 13.000 persone.

L’urbanizzazione ha ulteriormente aggravato la situazione. Le coste e le pianure alluvionali mediterranee sono sempre più densamente popolate, con conseguente riduzione dello spazio disponibile per i fiumi e l’acqua piovana. Sebbene i sistemi di allerta e le infrastrutture di protezione abbiano ridotto il numero di vittime, i danni materiali sono aumentati a causa della crescita urbana. Oggi, circa 250 milioni di persone vivono in bacini fluviali a rischio inondazione, un numero più che raddoppiato dagli anni ’60.

L’aumento delle inondazioni e delle tempeste dimostra che il Mediterraneo è in prima linea nei cambiamenti climatici. Per il futuro, gli scienziati prevedono che queste calamità diventeranno sempre più frequenti e gravi, rendendo necessario un adattamento rapido con infrastrutture resilienti e strategie di mitigazione per proteggere vite umane e proprietà.

 

 

Sintesi dell’articolo: “Calamitous flooding will only get worse – Mediterranean bears witness to impact of climate change, as extreme precipitation increases and storms become more frequent”, pubblicato dal The New York Times (International Edition), 30 Gennaio 2025

L’articolo originale può essere letto anche sulla piattaforma Pressreader a questo link: https://pressreader.com/article/281578066346413

 

 

 

 

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