Sciopero social in difesa della privacy online e contro l’accentramento nelle mani dei big. Niente post per almeno un giorno, tra il 4 e il 5 luglio, a meno che non si usi l’hashtag #SocialMediaStrike. A lanciare l’iniziativa e dettare le regole è Larry Sanger, cofondatore di Wikipedia insieme a Jimmy Wales. L’obiettivo è “fare rumore” e “chiedere che le giganti e manipolative corporation ci restituiscano il controllo sui nostri dati, sulla privacy e sulle esperienze” spiega Sanger, lanciando online la sua Dichiarazione di indipendenza digitale.
Sul suo sito web spiega la sua posizione, a favore di un sistema decentralizzato. «Abbiamo diritti digitali inalienabili (libertà di parola, privacy e sicurezza). L’architettura proprietaria e centralizzata di Internet ha indotto la maggior parte di noi ad abbandonare questi diritti». Sanger critica la vendita dei dati agli inserzionisti, le informative sulla privacy troppo complesse o vaghe, e gli algoritmi delle principali piattaforme social che mettono in evidenza «i contenuti più controversi, rendendo la discussione civica più emotiva e irrazionale».
Secondo il co-founder di Wikipedia, i social dovrebbero essere «reti decentralizzate di individui indipendenti, come nei primi decenni di Internet». Dovrebbero funzionare «come dei fornitori di servizi neutri, come i siti web, i servizi di posta elettronica o i blog».
Se lo sciopero avrà successo, aziende, governi, sviluppatori e utenti social non potranno ignorare la richiesta di tante persone che chiedono di poter avere il pieno controllo dei propri dati, sostiene Sanger.