Imprenditori tecnologici a rischio burnout: l’aiuto su alimentazione, sonno e salute mentale arriva dagli investitori

Di
Tim Bradshaw
21 Dicembre 2023

La società di venture capital Balderton lancia pacchetti benessere per combattere lo stress che sta mettendo a dura prova i founder delle sue startup

 

Il giorno in cui Etsy acquistò Depop, l’app di compravendita di capi di moda con sede a Londra, nel 2021, per 1,6 miliardi di dollari, non segnò solo un grande guadagno per il suo fondatore, Simon Beckerman. Ma anche la conclusione di «dieci anni di stress, privazione del sonno e, a volte, di dolore fisico», come lui stesso ricorda.

«Mentre il processo di vendita, durato nove mesi, giungeva alla sua conclusione, ho passato una settimana in cui durante il giorno ogni paio d’ore cominciavo a piangere», racconta Beckerman. «Credo fosse per il sollievo: eravamo entrati in un buco nero ed eravamo riusciti a uscirne». Il “buco nero” si riferisce all’aver fatto nel 2015 un passo indietro dalla società per un anno, dopo che il mal di stomaco era diventato sempre più intenso e, alla fine, troppo doloroso per lavorare.
«Stavo così male che un giorno mi sono svegliato e ho detto: ‘Se vado in ufficio ancora per un altro giorno muoio’», aggiunge Beckerman, a cui in seguito fu diagnosticata una gastrite cronica che egli attribuì allo stress di gestire una startup.

La maggior parte degli imprenditori di successo nel settore tecnologico ammette di trascorrere lunghe ore lontano dalla famiglia, alcuni si vantano di quanto poco abbiano dormito durante i momenti critici. Pochi però parlano in maniera così schietta come Beckerman delle tensioni che porta il lavoro, e di come la crisi globale dei finanziamenti in startup abbia accresciuto i loro livelli di stress.

Ma negli ultimi due anni alcuni hanno iniziato ad aprirsi sulla propria salute mentale. Tom Blomfield, ex direttore di Monzo, ha ammesso che soffriva di stress, ansia e perdita di sonno quando lasciò la banca digitale nel 2021, criticando il mito del “fondatore supereroe”. Alcuni investitori nel settore tecnologico si stanno rendendo conto che mettere gli imprenditori troppo sotto pressione può essere dannoso per gli affari, oltre che per i fondatori stessi. E ammettono che dormire e mangiare male, così come trascurare l’esercizio fisico, può portare a decisioni sbagliate.

Balderton, società di venture capital con sede a Londra e tra i primi sostenitori di Depop, ha un approccio più interventista: è una delle prime società di venture capital al mondo a lanciare un programma di benessere per i fondatori delle startup in cui ha investito. «Se non tieni conto del fatto che stai bruciando la candela più intensamente di quanto dovresti e non fai nulla per recuperare, a un certo punto superi il limite», dice Suranga Chandratillake, partner della società.
L’attuale calo del business nel settore tecnologico ha solo amplificato la necessità di un programma del genere. «In questo periodo stiamo vedendo persone sotto pressione molto più che in passato», aggiunge. La società spera che prestando attenzione al benessere dei founder si riescano a concludere più accordi, e ad aumentare le probabilità di successo del suo portafoglio. «Siamo egoisticamente a lungo termine», dice Chandratillake. «È nel loro interesse, ma è anche nel nostro: è il modo in cui facciamo soldi».

Il programma di Balderton tratta i fondatori come se fossero atleti ad alte prestazioni. Collabora con WellFounded, che ha sviluppato il suo programma con l’investitore Mosaic Ventures: offre corsi personalizzati di sei mesi per i Ceo su nutrizione, fitness, sonno e salute mentale. Balderton ha anche assunto un coach e sta organizzando eventi per incoraggiare i Ceo a condividere le loro esperienze. La maggior parte del servizio è pagato da Balderton, ma si chiede ai fondatori di contribuire. «Tutti credono che i founder di aziende tecnologiche, così come i veri atleti, sappiano gestire lo stress e tenere l’ansia sotto pressione… e sappiano contenere il rischio di esaurimento, spossatezza e fallimento», dice Simon Marshall, ex professore di psicologia delle prestazioni e resilienza presso l’Università della California, San Diego, che ha fornito consulenza a Balderton sul programma. «Gli atleti professionisti ci riescono allenando il loro cervello. Gestiscono lo stress in modo efficace e mettono la cura di sé al primo posto».

Chandratillake, che è entrato a far parte di Balderton nel 2014 dopo dieci anni “estenuanti” alla guida di Blinkx, motore di ricerca video con sede a Cambridge, ammette che una certa quantità di pressione e sofferenza sia inevitabile per i founder. «Le imprese finanziate dal venture capital devono attraversare necessariamente un’accelerazione folle e disumana, quella che consente loro di scalare, per un breve periodo di tempo», afferma. «Non è mai facile, non è un lavoro dalle 9 alle 17. Ma devono tenere duro per 10 o 20 anni, non bruciarsi in cinque».

 

Simon Beckerman / Foto credit Depop

 

Beckerman alla fine ha ammesso di essere stato ben ricompensato per il suo “terribile” periodo a Depop. Ma la sua esperienza di “founder con esaurimento nervoso” contrasta con l’immagine di “imprenditore tecnologico macho”, tipica di personalità come Elon Musk, che si vanta di dormire per terra nelle fabbriche di Tesla mentre si destreggia tra i doveri in diverse aziende da miliardi di dollari.
Il comportamento erratico di Musk è un «buon indicatore di cosa comporti lo stress: compromette la capacità di prendere decisioni», spiega Ute Stephan, professore di imprenditoria alla King’s Business School del King’s College di Londra. «Ci sono diverse evidenze che invece dicono che si possa essere un imprenditore migliore – più produttivo, creativo e, alla fine, di successo – se ci si prende cura del proprio benessere». La ricerca di Stephan suggerisce che, sebbene lo stress sia difficile da evitare per gli imprenditori, non deve causare problemi di salute o influire sulle loro prestazioni. Fondamentale è dormire più di sette ore a notte e seguire una dieta equilibrata. La cosa più difficile è capire quando stai iniziando a esaurirti.
«L’unicità degli imprenditori consiste nell’essere orientati al raggiungimento dei propri obiettivi a tutti i costi», afferma Stephan. «L’inorgoglirsi meno dei propri successi, la sensazione di non aver fatto nulla o la mancanza di energia sono i primi segnali di esaurimento. Quando realizzi che stai tirando troppo la corda, quello è il momento di intervenire… La cura di se stessi non è un costo per l’azienda, ma va a suo beneficio».

Ma lo stigma sulla salute mentale persiste, in particolare nel settore tecnologico. Janos Barberis e Annabelle Cameron stanno cercando di cambiare questa situazione con la loro azienda, FoundersTaboo, che organizza eventi e corsi online incentrati sul benessere degli imprenditori. Barberis, che ha lavorato in startup, cita due problemi: il primo è la mentalità del “non riparare ciò che funziona”, che si è diffusa nel mercato rialzista degli ultimi dieci anni, terminato l’anno scorso; il secondo è la psicologia dello “startup grind”, che ha reso l’esaurimento nervoso un “emblema d’onore” tra i fondatori.
Il crollo di Silicon Valley Bank e la generale diminuzione dei finanziamenti nel settore tecnologico nell’ultimo anno sono stati un “shock per il sistema”, ritiene Barberis. «Tutti quegli imprenditori che non sono più in grado di raccogliere denaro facilmente stanno iniziando a rendersi conto dell’importanza di avere la mente lucida, il che è impossibile se la tua salute mentale non è al top», dice.

Cameron, background in psicologia, ammette che la ricerca accademica sul benessere imprenditoriale e il suo legame con la produttività è stata carente, e questo ha reso più difficile convincere molti investitori a investire nella salute mentale dei fondatori. «A livello umano, a livello personale, ha senso», dice Cameron, «ma se vogliamo promuoverlo su larga scala, dobbiamo avere dati concreti per supportarlo». Per raccogliere più dati su questo tipo di causalità, FoundersTaboo sta lavorando con Stephan alla King’s Business School.

In merito ai founder che non riconoscono la necessità di investire nella propria salute mentale, Barberis usa il linguaggio delle startup: «Non siamo ancora al punto di svolta. Abbiamo solo gli early adopters».

Intanto Beckerman ha già lanciato un’altra startup. Si chiama Delli, ed è un mercato online per produttori alimentari indipendenti, una sorta di Etsy per il cibo, che vende sottaceti e chutney artigianali, salse di peperoncino piccanti e pizze vegana con condimento di ‘nduja. Ma questa volta ha deciso di adottare un approccio diverso. «Quando ero Ceo di Depop non andavo mai in palestra e bevevo molto vino», ammette. «Era quella la mia terapia: un bicchiere di vino la sera». Con Delli ha coinvolto come co-fondatore Marie Petrovicka, con cui aveva lavorato a Depop, per diminuire la solitudine che provava come unico fondatore. Ha ridotto il consumo di vino e, su suggerimento dell’investitore Balderton, ha reclutato un personal trainer, un coach delle prestazioni e uno della salute.
A volte soffre ancora di quell’ansia che gli stringe lo stomaco. Ma, grazie a questi programmi di coaching e fitness, la sta gestendo meglio. «Per sfogarmi, ogni mattina pedalo velocemente sulla cyclette», dice, «e a volte piango mentre lo faccio».

 

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