Se ne va, a 86 anni, dopo una vita piena di battaglie, Marco Pannella.
Era nato a Teramo nel 1930. Dopo una laurea in Giurisprudenza, aveva fondato il partito radicale nel 1955. Lui stesso si definiva: radicale, socialista, liberale, antiproibizionista, antimilitarista, non violento, gandhiano e anticlericale.
Politico di professione fra i più longevi (in Italia e in Europa), aveva sempre combattuto le storture della partitocrazia. Grande protagonista di battaglie civili (ricordiamo quelle per il divorzio e l’aborto), non ha mai esitato a mettersi in gioco per primo. Rischiando la sua stessa vita. Famosi i suoi scioperi della fame e della sete. Il più drammatico nel 1974: 27 Kg persi in 78 giorni, un fisico allo stremo. Ma anche sit-in, atti di disobbedienza civile, spinelli fumati in pubblico. Negli anni, Pannella aveva sposato le cause in cui credeva, sbagliando anche, ma sempre mosso sempre e solo dagli ideali. Anche se aveva dichiarato: «Io non credo nelle ideologie. L’ideologia te la fai tu con quello che ti capita». Nelle file del partito radicale aveva candidato Toni Negri, Ilona Staller, Enzo Tortora: ogni volta non per dare spazio a un personaggio, ma forza a un principio.
Anticonformista e coraggioso, esibiva con orgoglio la sua forte personalità. E difendeva i suoi gusti sessuali (bisessuale dichiarato, in tempi in cui le unioni civili erano una chimera lontana) così come il suo look fuori dagli schemi (ricordiamo il suo codino anche in tarda età e le cravatte sgargianti).
Ammalato da anni, non si era mai fermato. «Se so che ho una cosa grave, non mi preoccupo: me ne occupo» aveva detto, senza però, per dirne una, smettere di fumare.
Fino all’ultimo, ha avuto accanto un gruppo di giovani che lo vedevano come un maestro. A loro, poco tempo fa, aveva detto: «Non bisogna avere la speranza. Bisogna essere la speranza».
Ora il cordoglio unanime rimbalza anche sui social. Addio, vecchio leone.