L’ultima sua mostra al Macro di Roma, museo d’arte contemporanea. E quando c’è di mezzo c’è sempre da discutere: i suoi graffiti sono forme d’arte o atti di vandalismo?
Lui è Daniele Nicolosi, 32 anni, milanese, in arte Bros, il guru italiano della street art.
Millionaire lo aveva intervistato tempo fa. Ecco cosa ci ha detto.
Rompere le regole è eccitante?
I graffitari lavorano di notte in strada. C’è adrenalina. Le difficoltà che si creano, quando le superi e raggiungi il tuo obiettivo, aggiungono valore a tutto».
Il graffito è un’arte?
Qualcuno lo chiama vandalismo. Ma io e pochi altri abbiamo fatto la storia del muralismo italiano».
Come si impara?
La sfida è creare un nuovo linguaggio. Tutto è stato già fatto e imitato. Nessuno può dirti come fare. Bisogna tenere aperta la mente a 360 gradi».
Da dove prendi ispirazione?
Spesso traggo più ispirazione da una caffetteria che da Andy Warhol. Mi piace guardare una vetrina con gli stessi occhi di quando vado a vedere un’opera d’arte. Osservo tutto con attenzione, mi stupisco delle piccole cose».
Si vive di graffiti?
Come tutte le passioni è cara e senza un ritorno economico. A volte si trasforma in una professione. Alcune mie opere sono battute all’asta e vendute. I soldi li uso per vivere e li reinvesto in nuove opere».
Che cosa diresti a uno con una bomboletta in mano?
Supera le inibizioni, prendi possesso dello spazio. Non avere paura di sbagliare. Nessuno può dire quello che è giusto e quello che non lo è».
L’intervista completa di Silvia Messa al guru della street art è su Millionaire di gennaio 2011.
Redazione