Vivi di passione. O non vivi

Di
Redazione Millionaire
11 Settembre 2012

Spesso, ci chiediamo come facciano le persone a vivere serenamente e a sorridere, nonostante le difficoltà. La nostra vita non ci piace, ci sembra quasi di subirla. E forse è realmente così.

Altrettanto spesso, infatti, viviamo facendoci trascinare da ciò che accade, permettendo alla casualità o agli eventi esterni di scegliere per noi la strada da percorrere, senza correre rischi. Senza permetterci il lusso di lasciarci guidare dalle nostre passioni. Di accenderci di entusiasmo, di sentirci vivi.

Secondo Anil Bhatnagar, insegnante esperto di Reiki – una pratica spirituale usata come terapia alternativa per il trattamento di malanni fisici, mentali ed emozionali – e noto formatore aziendale del settore privato (multinazionali o non) e pubblico, è la passione ciò che determina la misura in cui siamo vivi.

In un interessante articolo pubblicato su Life Positive, una rivista che si occupa di crescita personale, Bhatnagar spiega perché fare della passione il motore della vita può cambiare il nostro destino . Vediamo insieme cosa dice.

Il valore della passione

Iniziamo col porvi una domanda semplice: qual è il valore di un diamante? Più precisamente, cos’è che rende il diamante una delle pietre più preziose che si trovano al mondo?

La risposta è ovvia: ciò che aumenta il valore di questo semplice pezzo di carbonio è il fatto che, di per sé è un oggetto raro e che, per renderlo così luminoso, l’uomo deve compiere degli sforzi incessanti di estrazione e di lavorazione, tali da permettergli di aumentarne la brillantezza.

La stessa cosa vale per la nostra vita. Ciò che la rende speciale, non sono i successi che riusciamo a raggiungere, ma la qualità della passione e delle azioni che intraprendiamo per farla brillare. Così come brilla un diamante.

La passione funziona come il cuore: è la pompa che mette in circolo la gioia.

Quando vivi di passione, il cervello riceve più ossigeno, i livelli di attenzione aumentano e ogni cosa diventa raggiungibile.

A questo punto potrete dire: Si, è vero, ma spesso la vita, nonostante i nostri sforzi, ci riserva delle sorprese spiacevoli che ci inducono a rivedere le nostre priorità.

A questa domanda, Bhatnagar risponde con alcuni esempi reali di persone che, nonostante la vita gli si sia accanita contro, non hanno mai spento dentro di sé la fiamma della passione. Noi ne abbiamo scelto uno in particolare.

La forza della passione

Sudha Chandran è una famosissima attrice e ballerina indiana che, sin da piccola, ha avuto sempre chiare quali erano le sue passioni e le attività che potevano darle forza nella vita. Ha iniziato a ballare all’età di 5 anni, nonostante tutti le dicessero che fosse troppo piccola per farlo. All’età di 17 anni era già una ballerina ampiamente apprezzata fino a quando un incidente le fece perdere una gamba.

Cosa avreste fatto voi se la vita vi avesse privati dello strumento – o almeno di una parte di esso – necessario per coltivare il vostro sogno? Vi sareste lamentati, gettando la spugna e dando la colpa del vostro fallimento al fato? Volete sapere cosa ha fatto Sudha?

Questa giovane ragazza ha creduto talmente tanto nel suo amore per la danza che non si è arresa e, tramite l’uso di una gamba artificiale, ha ripreso ad allenarsi.

Ma la protesi causava a Sudha dolori atroci durante l’allenamento e il contatto del moncherino con la superficie rigida della gamba artificiale apriva continuamente delle ferite sanguinanti.

Nemmeno in queste condizioni Sudha ha smesso di credere nel suo sogno. La passione l’ha guidata, attraverso atroci sofferenze, a realizzare i suoi desideri e a diventare una famosissima attrice conosciuta a livello internazionale.

Pensate che sia poco? Di sicuro non lo è. Sudha è l’esempio concreto di come le persone che perseguono i loro obiettivi con passione, raramente si fermano di fronte alle “circostanze sfavorevoli”. Quelle stesse circostanze sfavorevoli che spesso usiamo come semplice giustificazione ai nostri fallimenti e non sono altro che il frutto delle nostre paure. Della paura di provare dolore.

Oltre il dolore e il piacere

Nel suo articolo, Bhatnagar dice che

La passione è un potente strumento per inculcare consapevolezza.

La consapevolezza, di per sé, rende le persone proattive, concentrate e proiettate al domani. Esiste un solo ostacolo che può bloccarvi: voi stessi. La paura del fallimento, l’assenza di autostima, la mancanza di fiducia sono tutte cose che rendono invalicabile il confine tra ciò che volete e potete fare e ciò che concretamente realizzate.

Secondo Bhatnagar, siamo bloccati da due meccanismi particolari: la paura del dolore, che cerchiamo continuamente di rifuggire, e l’esitazione del piacere, nel quale ci fossilizziamo per timore di perdere ciò che abbiamo.

La vita, però, ci offre in maniera alternativa entrambe le cose. Così come è stato per Sudha. Per crescere abbiamo bisogno di cavalcare il flusso continuo che ci consente di affrontare e comprendere il dolore e di non fossilizzarci nella mediocrità delle piccole conquiste. Come? Attraverso le nostre passioni.

Per dirla con Bhatnagar:

La passione è un flusso discendente che scorre tra dolore e piacere.

È ciò che ci permette di svegliarci, di colmare il divario tra potenzialità e intenzioni, di superare il dolore e colpire il nostro obiettivo.

La passione ci permette di creare qualsiasi cosa e la sua assenza ci condanna a perdere le nostre occasioni.

Conclusioni

Qual è il succo del discorso di Bhatnagar? Che le persone che hanno un “Perché” abbastanza grande, imparano a fare tutto ciò che è necessario per farlo. Comunque, in qualsiasi circostanza, come la ballerina che ha continuato a danzare senza una gamba, che soffriva nel momento in cui faceva la cosa che più amava al mondo ma che, al tempo stesso, le permetteva di vivere pienamente, senza rimpianti e con passione per la vita.

 

E voi? Vi lasciate guidare dalle passioni o semplicemente vi fate trasportare dagli eventi per non perdere ciò che avete conquistato? Postateci le vostre esperienze e confrontatevi con la nostra community.

 

Giuseppina Ocello

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