Sono due milioni gli italiani registrati su Change.org, la piattaforma che consente a tutti di lanciare e promuovere una petizione online. Numeri che vanno a unirsi ai 45 milioni di utenti in tutto il mondo che ogni giorno usano il sito per postare campagne a favore di cause umanitarie o lottare contro un’ingiustizia. Tutti con l’obiettivo di cambiare il mondo.
La mente che ha reso possibile tutto questo è Ben Rattray, 34enne californiano che ha una bella storia da raccontare.
Figlio di una famiglia benestante di Santa Barbara, Ben sognava tutt’altro nella vita:
Volevo camminare per Wall Street, indossando un abito bianco e fare tonnellate di denaro. Per me quella era la misura del successo» ha raccontato al Guardian.
E poi la svolta: suo fratello Nick dichiara di essere gay, lui si rende conto dell’intolleranza che c’è in giro e decide di fare qualcosa per aiutarlo.
È allora che pensa a un social network per unire persone interessate alle stesse questione sociali. Per farlo investe i soldi guadagnati nei suoi lavori di consulenza. Siamo nel 2007.
All’inizio le cose stentano a decollare: nel 2010 è sull’orlo della bancarotta, ma non si arrende: rimodella il sito e coinvolge i blogger che iniziano a usare la piattaforma per lanciare campagne di sensibilizzazione.
Il boom è un anno dopo quando una sudafricana, Ndumie Funda, lancia una petizione per chiedere che al suo Paese di abolire i cosiddetti stupri correttivi, violenze inflitte alle lesbiche con lo scopo di “riportarle” all’eterosessualità. La petizione diventa virale e raccoglie 171mila firme, costringendo il Parlamento sudafricano a mettere fine alla pratica:
È stato uno shock. Non c’era quasi nessuno con meno potere di questa donna. Nonostante tutto, era riuscita a lanciare la più grande campagna di sensibilizzazione online che il Sudafrica avesse mai visto. Era incredibile» ha commentato Ben.
Dal 2012 il sito è cresciuto a un ritmo di un milione di utenti al mese, le entrate superano i 15 milioni. I guadagni arrivano dalla vendita degli spazi pubblicitari. Sono le grandi organizzazioni, come Amnesty International, ad acquistare pubblicità sotto forma di petizioni sponsorizzate.
Ben intanto si gode il suo successo: è tra i 100 uomini più influenti del Pianeta secondo il Time.
INFO: http://www.change.org/it
Vuoi sapere tutto su Ben Rattray? Leggi l’articolo di Eleonora Crisafulli, pubblicato su Millionaire di ottobre 2013.
Redazione