«Vuoi cambiare il mondo. Parti dalla tua strada» spiega Federico Bastiani, giornalista e blogger 36enne. Lui lo ha fatto “connettendo” le vite dei residenti di via Fondazza a Bologna, che è diventata la prima social street d’Italia:
Ero stanco di non conoscere i miei vicini, di uscire di casa e non salutare nessuno. A causa del lavoro non avevo tempo di stringere amicizie. Mio figlio non aveva nessuno con cui giocare. Allora ho creato un gruppo Facebook per unire i residenti della strada in cui abito, stampato qualche volantino e promosso questa mia offerta di socialità»
Con un’idea semplice Federico colpisce un bisogno comune. In pochi giorni il gruppo vede crescere il numero degli iscritti e i residenti cominciano a interagire: si scambiano conoscenze, professionalità, portano avanti progetti comuni. Nascono anche legami sentimentali. Tutto per il bene di tutti:
Sono partite tante iniziative: a dicembre abbiamo organizzato un flashmob con centinaia di persone per strada che si scambiavano gli auguri di Natale. Abbiamo lanciato progetti interloquendo con il Comune per realizzare fioriere e orti urbani. Ci stiamo riappropriando del nostro territorio».
L’idea piace tanto e diventa un progetto da esportazione. Nascono tante social street in Italia (ne sono poco meno di 250 oggi con circa 12mila persone coinvolte) e 30 nel mondo (Portogallo, Brasile, Cile, Nuova Zelanda).
Non siamo un’associazione. Non c’è un capo o una gerarchia. Non nasciamo per qualcosa in particolare o per protestare contro qualcosa (come i comitati). Siamo un laboratorio sociale. Chiunque può aprire una social street. Chi desidera farlo, trova sul nostro sito alcune linee guida per iniziare. Gli raccontiamo la nostra esperienza e lo aiutiamo a replicarla».
Cosa deve fare chi vuole aprire una social street?
Va sul nostro sito, si informa, ci contatta e noi gli diamo qualche consiglio utile. L’amministratore della pagina ha comunque carta bianca. Non insegniamo la socialità, ma vogliamo solo alimentarla. Quello che conta è che agisca secondo i nostri principi: creare una rete non per fare gli interessi dei singoli, ma il bene di tutti. L’obiettivo resta la socialità. La conoscenza reciproca e fiducia possono poi avere ritorni economici».
INFO: http://www.socialstreet.it/
Giancarlo Donadio