«Alleno i ragazzi a sognare a occhi aperti e ad agire»

Di
Tiziana Tripepi
9 Aprile 2018

Arriva il teen coach. Una nuova figura professionale che si rivolge a ragazzi, a partire da 13 anni, e ai loro genitori. L’obiettivo è tirar fuori le loro vocazioni, far capire chi vogliono essere nella vita.

Luca Stanchieri, 53 anni, una laurea in Economia e una in Psicologia, ha fondato nel 2004 la Scuola di coaching umanistico life & corporate, che ha sede a Roma e a Milano, ha scritto libri sul coaching per adolescenti e ha tenuto in passato una serie di trasmissioni televisive sull’adolescenza.

Perché c’è bisogno del teen coach?

«Ci sono ragazzi che smettono di studiare, di fare sport, a cui interessa solo uscire con gli amici, che vedono impegno e fatica come un ostacolo. E genitori che non riescono a trovare un modello educativo, dato che oggi quello fatto di regole e imposizioni non funziona più. Ci sono poi genitori preoccupati per il futuro dei loro figli, in un momento storico in cui per la prima volta i genitori hanno una visione del futuro peggiore di quella del presente. La richiesta arriva proprio da loro».

Qual è il suo compito?

«Tirare fuori le potenzialità dei ragazzi, i loro valori, le loro attitudini. Allenarli a sognare a occhi aperti e trasformare questi sogni in progetti di vita. Non si tratta di un malessere psicologico, ma della richiesta di orientamento e formazione su tre temi principali dell’adolescenza: la formazione dell’identità, il relazionarsi con i propri pari, il progetto di vita. Il mio modello è il coaching umanistico, che lavora sulle potenzialità, dall’interno verso l’esterno, al contrario del coaching performativo, che dà per scontato che il cliente abbia un obiettivo e ti insegna come raggiungerlo».

Si rivolge anche ai genitori?

«Sì. Ogni tre sessioni di coach per ragazzi, ce n’è una per i genitori. Condizione indispensabile per portare avanti questo tipo di lavoro sui ragazzi è l’alleanza con i genitori. L’indipendenza nasce quando c’è una dipendenza sana».

Occorre una formazione particolare per fare il teen coach?

«Consiglio una formazione umanistica. Le lauree più adeguate sono Scienza della formazione, Filosofia, Psicologia, anche se non è necessario essere psicologi, perché trattiamo con persone la cui mente funziona benissimo. Occorre anche avere empatia con il mondo adolescenziale: meglio seguire anche un corso di coaching specifico sui teenager».

C’è richiesta di queste attività?

«Non c’è una vera e propria domanda in questo settore specifico, perché la gente ancora non sa che cosa sia. Chi si specializza in teen coaching deve essere molto competente, ma anche un po’ creativo, e inventare dei modi per proporre il suo servizio. Come scuola, noi abbiamo tenuto laboratori sulle vocazioni che hanno coinvolto centinaia di studenti. Obiettivo: sperimentare diverse professioni per far loro scoprire che cosa li appassiona».

INFO: www.scuoladicoaching.it

Tratto dall’articolo “I mille volti del coach” pubblicato su Millionaire di febbraio 2018. Per acquistare l’arretrato scrivi a abbonamenti@ieoinf.it

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