L’imprenditivo conosce i propri punti di forza e di debolezza e non ha timore di fare marketing di se stesso. In una parola, che può suonare fastidiosa a qualcuno, “vendersi”.
Cos’è il personal branding (e perché serve)
Il tuo brand è ciò che le persone dicono di te quando non sei nella loro stessa stanza
La definizione, molto efficace, è di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Cosa pensano le persone di te? Quali caratteristiche ti attribuiscono? Quali pregi e difetti?
Potrebbe sembrare semplice, ma quante volte nella nostra vita ci siamo occupati davvero di quello che la gente dice di noi? In poche parole, quante volte ci siamo occupati di fare marketing di noi stessi?
Oggi fare personal branding è quasi indispensabile: sia per chi vuole mettersi in proprio, come freelance o avviando un’azienda, sia per chi cerca lavoro. I cambiamenti tecnologici ed economici degli ultimi anni, hanno condotto un numero crescente di persone a capire che, se davvero vogliono fare carriera, devono vendere sé stessi.
Da dove cominciare?
Stando a quanto dice John Purkiss – coautore di “Brand You – Turn Your Unique Talents Into A Winning Formula” (Trasforma i tuoi talenti unici in una formula vincente), uscito nel dicembre dell’anno scorso – per realizzare un personale branding efficace bisogna pensare a se stessi come a un edificio in costruzione.
Distinguersi
Pensa ad esempio alle case popolari di molte periferie italiane: quante costruzioni monotone, che passano inosservate! Lo stesso succede a molte persone che non curano la propria immagine. Per il tuo brand, attrarre le persone vuol dire distinguerti. Puoi raggiungere questo scopo solo se sei autentico.
Il primo passo per riuscirci è: non cercare di piacere a tutti. Devi capire in che modo attirare le persone che hanno bisogno di ciò che fai, nella maniera (unica) in cui lo fai. Questo è un cambiamento di prospettiva per molti di noi, che sentono spesso il bisogno di essere tutto per tutti. Per attrarre alcune persone in maniera forte, devi necessariamente perdere appeal per altre.
Piuttosto che cercare di confonderti tra la folla, come quei palazzi monotoni, l’obiettivo è di emergere in modo che siano chiari i tuoi talenti, il tuo valore e la tua mission.
Scova i tuoi talenti
Qual è la prima cosa che fai nel momento in cui ti appresti a costruire un palazzo? Scavare un grande fosso. Sul suo fondo, vi troverai i tuoi talenti: puoi scoprirli, ma non li puoi cambiare. Puoi avere una certa destrezza con le parole o i numeri, nello stabilire relazioni con le persone, piuttosto che nel public speaking. Probabilmente, avrai sviluppato una o più abilità specifiche nei settori in cui ti destreggi al meglio. Per esempio, la dimestichezza con i numeri può essere sviluppata nelle attività di un commercialista, di un insegnante di matematica o un informatico.
Quali sono i tuo valori?
In molti, nel business e nel lavoro, potrebbero sottostimare l’importanza dei propri valori. Secondo Purkiss, questo è un errore grave: nella nostra metafora, infatti, i valori sono le fondamenta del tuo edificio. Non si vedono all’esterno, ma determineranno la forma e la solidità di tutta la costruzione. Quando identifichi i tuoi valori più profondi, riesci a capire le aziende e le persone con cui desideri lavorare.
Qual è la tua mission?
Ora è il momento di identificare la tua mission, ovvero, comprendere a cosa sarà destinato il tuo palazzo. Qual è la tua direzione nella vita? Qual è il tuo obiettivo? È più importante creare un’attività redditizia o fare un lavoro che ti appassiona?
Fare chiarezza in te stesso su questo genere di questioni, ti permetterà di costruire un brand molto forte. Collaboratori, clienti e impiegati entrano in empatia con le persone che hanno una mission forte e chiara. Questo ti aiuterà a scoprire cosa ti ispira davvero.
In conclusione, per costruire un buon personal branding devi cominciare da te: più conosci te stesso, più sarai in grado di comprendere cosa le persone diranno di te quando non sei nella stanza. E attirerai le persone che vogliono quello che fai, nella maniera (unica) in cui lo fai.
Redazione
(Autore immagine: R’eyes)
