Basket: il fenomeno che gioca senza un braccio

Di
Tiziana Tripepi
28 Dicembre 2012

Per apprendere grandi lezioni di vita, non sempre è necessario guardare a grandi uomini.  Alcune volte, infatti, i più importanti insegnamenti vengono da gente semplice, da ragazzini. Lo abbiamo visto quando vi abbiamo parlato di Matthew, giovane musicista cieco, o di Gabriel, il ragazzo senza piedi che gioca a calcio.

Oggi, vi vogliamo raccontare una storia semplice, che parla di una persona con un talento e una forza straordinari.

Il protagonista di questa storia è Zach Hodskins, un ragazzo di 16 anni, giocatore di basket per la Milton High School. Zach è stato definito un vero e proprio talento, una promessa dello sport. Nulla di strano, se non fosse che questo ragazzo della Georgia è nato senza l’avambraccio sinistro.

Lasciamo che sia un video a parlare di lui.

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Rimbalzi, tiri da tre e straordinari assist dietro la schiena: niente è impossibile per Zach. In un gioco in cui le mani sono praticamente tutto, con un solo arto, questo ragazzo mette in ombra compagni e avversari con la sua bravura.

La domanda che ci stiamo ponendo tutti è: come fa?

La risposta è una sola: l’amore per il basket gli ha permesso di superare i suoi limiti fisici. La tenacia, la costanza e il rifiuto di essere trattato come “diverso” hanno fatto il resto.

Il suo coach dice che è sempre in palestra a provare rimbalzi e tiri. Il padre racconta che, da piccolo gli fasciava le dita, per evitare che sanguinassero a causa dell’eccessivo allenamento.

Non ha mai permesso, né voluto, che la sua “diversità” lo penalizzasse e ha lavorato talmente tanto per fare in modo che non accadesse, da diventare un asso nel suo sport. Ha trovato nella mancanza dell’arto il suo punto di forza. Gli esperti del settore, infatti, dicono che ciò gli permette di bilanciarsi meglio nel tiro, a differenza degli altri giocatori che si deconcentrano sul braccio sinistro.

A chi gli chiede come si sente quando è in campo, Zach risponde:

So che le persone che non mi conoscono mi sottovalutano quando mi vedono sul campo. Non pensano che posso giocare o non sanno cosa pensare, ma è quando segno i primi canestri o quando li supero che si svegliano. Da lì cominciano a giocare duramente. È questo che mi piace. So di aver appena guadagnato il loro rispetto. Questo è tutto ciò che voglio.

Parole forti che ci insegnano come un ragazzo così giovane abbia già compreso come ottenere ciò che vuole dalla vita a 16 anni.

Questo è ciò che fa un vero imprenditivo: non si ferma davanti agli ostacoli, cerca e trova le sue lacune e mette tutte le energie che ha per renderle il suo punto di forza. Così come il braccio mancante è il punto di forza di Zach.

Vi è piaciuta questa storia? Ne conoscete altre simili?

Giuseppina Ocello

(Fonte Foto: Utente Flickr Ryan_Fung)

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