«Sono emozionato di lasciare l’azienda che ho creato e che amo, dove ho osato fare l’impossibile: abbiamo trasformato una startup italiana in un unicorno e poi in un gruppo globale». Così Federico Marchetti ha annunciato pochi giorni fa, sui social, il suo addio a Yoox. Dopo aver ceduto il comando a Geoffroy Lefebvre, attuale Ceo di Yoox Net-A-Porter, lo scorso gennaio, l’imprenditore aveva mantenuto fino ad oggi il ruolo di presidente. Il 23 luglio, concluso il periodo di transizione, lascerà definitivamente l’azienda. Quella che per lui è stata «come un figlio».
Ieri il saluto ai dipendenti di Bologna, postato in un video su Instagram.
«È iniziato tutto da qui. A differenza delle startup statunitensi, Yoox è nato in un magazzino, non in un garage. Quel magazzino di Bologna è cresciuto (tanto!) negli anni, ma sarà sempre il cuore di Yoox. Grazie al team per la passione, il duro lavoro e l’innovazione in tutti questi anni».
Da zero a re della moda online
Figlio di un capo magazziniere della Fiat e di una telefonista della Sip, Marchetti ha fatto tutto da solo. Partito dalla provincia di Ravenna, senza conoscere nessuno, ma con la voglia matta di fare qualcosa di suo, nel 1999 ha unito le sue due grandi passioni (internet e moda) e ha creato Yoox. Il «geek dello chic» lo ha definito poi il New Yorker. «Allora tutti mi dicevano: è impossibile, nessuno comprerà vestiti online» ha raccontato tempo fa a Millionaire. Oggi il gruppo Yoox Net-A-Porter fattura miliardi.
Tra difficoltà e grandi successi, Marchetti ha fatto diventare la startup un colosso del fashion e-commerce, il primo unicorno italiano. L’ha portata in Borsa, ha acquisito il suo più grande concorrente (Yoox Net-A-Porter), ha fatto una exit miliardaria, vendendo al gruppo svizzero Richemont nel 2018. Oggi Ynap ha più di 4,3 milioni di clienti in 180 paesi, oltre 5000 dipendenti. «È la destinazione di lusso online numero uno al mondo, con quasi 5 milioni di clienti attivi e una crescita dei ricavi dell’86% nell’ultimo trimestre» scrive Marchetti in un post.
Un «viaggio stellare» durato più di 20 anni
«Quando ero ragazzo, vendendo i fumetti di Topolino ai miei amici al mare a Ravenna, avevo sempre sperato di avviare un’attività tutta mia, e sognavo in grande! Ora mi piace pensare che abbiamo 21 anni: abbiamo iniziato 21 mesi dopo Google, ma prima di Facebook (dove ora ci seguono oltre 4,6 milioni di persone) e Instagram (7,8 milioni di follower) e molto prima dell’iPhone (oggi facciamo oltre 1 miliardo di dollari di vendite da mobile ogni anno). Netflix è nata prima, nel 1997, ma allora noleggiava solo video. Abbiamo fatto tanta strada!».
I progetti per il futuro
Dopo l’uscita da Yoox, «l’uomo che ha portato la moda sul web», come lo ha definito il New York Times, non resterà certo con le mani in mano. Un anno fa è entrato nel Cda di Giorgio Armani, e poi nel consiglio del gruppo Gedi. Di recente ha ricevuto dal Principe Carlo di Inghilterra il prestigioso incarico di occuparsi del settore Fashion nel progetto Sustainable Markets Initiative, per rendere la moda più sostenibile. Con il reale inglese aveva già stretto una partnership e lanciato una capsule collection nel 2020. Da settembre terrà anche un corso all’università Bocconi, Creating a Startup in the Digital and Sustainable Economy. Insegnerà ai giovani come si crea una startup nell’economia digitale e sostenibile. E forse il primo consiglio sarà quello che aveva dato tempo fa ai nostri lettori: «Farcela non è una questione di soldi. Le persone sono più importanti dei capitali, sono loro che trasformano le idee in realtà».
«Quel che è certo è che non farò più il dipendente» ha detto in un’intervista a SkyTg24. «Il Dna da imprenditore mi piace troppo e quindi l’unica cosa che posso veramente fare è aiutare gli altri oppure avere il mio progetto». Chissà se tra qualche anno non lo vedremo far nascere il prossimo unicorno italiano.