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Foto Amazon - Jeff Bezos

25 anni di Amazon. Così Jeff Bezos ha creato un impero

Di
Redazione Millionaire
5 Luglio 2019

Jeff Bezos ha creato un impero partendo da un garage di Seattle il 5 luglio del 1994. Ecco la storia di Amazon e dell’uomo più ricco del mondo.

1994: Jeff Bezos, 30 anni, laurea in ingegneria all’Università di Princeton lascia il suo lavoro nella società di gestione DE Shaw & Co (e uno stipendio di oltre 200mila dollari l’anno) per creare Cadabra, un sito per la vendita di libri online. Investe 10mila dollari. Il suo primo ufficio è nel garage della sua casa di Seattle, dove si è da poco trasferito con la moglie MacKenzie. A guidarlo sono passione per la tecnologia, visione, la voglia di costruire un’impresa da zero sfruttando le nuove potenzialità di Internet. Il 5 luglio registra la società nello stato di Washington. Il suo consulente legale lo convince subito a cambiare nome: “Cadabra”, anziché evocare la magia di “abracadabra”, come era nell’intento di Bezos, suona troppo simile a “cadavere” (cadaver, in inglese). Bezos sceglie Amazon, come il Rio delle Amazzoni, il fiume più lungo del mondo.

Il primo ufficio
“Il re dell’e-commerce”

All’inizio lui e la moglie si occupano di tutto. In quel garage di Seattle, Bezos appende un pannello con la scritta amazon.com realizzata con una bomboletta spray. Passerà un anno da quel 5 luglio, prima che il nuovo sito di e-commerce sia online. Il catalogo è ampio, offre più titoli di librerie e aziende specializzate nella vendita per corrispondenza. Gli ordini arrivano anche dall’estero. Ma nel 1996, il grande successo è ancora lontano. La catena Barnes&Noble sta per lanciare il suo sito. Bezos si trova ad affrontare la concorrenza di un marchio già noto. Il 15 maggio 1997 Amazon si quota sul Nasdaq, valutato 300 milioni di dollari. Andando avanti, amplia l’offerta, vendendo cd, dvd, macchine fotografiche, apre nuovi centri di distribuzione negli Stati Uniti, accoglie altri rivenditori sul portale. Nel 1999 Bezos finisce sulla copertina del Time come uomo dell’anno e “re dell’e-commerce”. È la prima volta per un Ceo. Dopo pochi mesi però le azioni di Amazon crollano, a causa della cosiddetta “bolla delle dot-com”. Ma Bezos non molla e il suo e-commerce si riprende.

Jeff Bezos con il milionesimo cliente di Amazon

Amazon diventa un grande mercato virtuale, l'”everything store” (come recita il titolo di una biografia di Bezos). Nel 2018 arriva a un catalogo di oltre mezzo miliardo di articoli, un fatturato di 233 miliardi di dollari, oltre 647mila dipendenti nel mondo. Una crescita continua e inarrestabile, che passa dal lancio di nuovi prodotti e servizi (come il supermercato tech Amazon Go o il robot Scout per le consegne), da acquisizioni importanti (qualche esempio: nel 2017, la catena Whole Foods, nel 2018, le startup Ring, che produce citofoni smart per la casa, e PillPack, per la vendita di farmaci online) e investimenti in nuovi settori. Oggi Amazon è tra le società che vale di più al mondo, insieme a Apple, Microsoft e Google, e il brand con il maggior valore economico a livello globale.

L’impero di Jeff Bezos, l’uomo più ricco del mondo

Con un patrimonio attuale stimato di oltre 159 miliardi di dollari, Jeff Bezos, a 55 anni, è la persona più ricca del mondo. Anche dopo il divorzio da MacKenzie Bezos, è rimasto in cima alla classifica dei “paperoni” del Pianeta. Ha costruito un impero. Non solo Amazon. Nel 2013 ha comprato il Washington Post, salvandolo dal fallimento. Ancora prima di Elon Musk, ha avviato una compagnia spaziale con il nome Blue Origin e l’obiettivo di dare a tutti la possibilità di viaggiare nello spazio e tornare sulla Luna.

Il segreto del suo successo? Bezos lo spiega nelle sue lettere agli azionisti, riallegando ogni anno quella del 1997: bisogna mantenere sempre un atteggiamento da startup. «Il Giorno 2 è la stasi. Seguito dall’irrilevanza. Poi da uno straziante e doloroso declino. Infine dalla morte. Ed è per questo che (ad Amazon) è sempre il Giorno 1… Restare al Giorno 1 richiede capacità di sperimentare, accettare i fallimenti, piantare nuovi semi, proteggere gli alberelli e raddoppiare la posta quando vedi la soddisfazione del cliente… Possiamo avere le dimensioni e le capacità di una grande azienda ma lo spirito e il cuore di una piccola. Dobbiamo sceglierlo».

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